Napoli

 "Questa è un'iniziativa molto importante non solo per la città di Napoli ma come segnale forte di quanto un'istituzione come l'Università può fare per il proprio territorio e per il proprio Paese". Lo ha detto il ministro per l'Università, Maria Cristina Messa, arrivando a Scampia per partecipare all'inaugurazione della nuova sede della Federico II che accoglie i corsi di Professioni sanitarie della facoltà di Medicina. "È un'iniziativa importante che oggi ha un'inauguarzione - ha aggiunto - ma che va curata, seguita, portata avanti e aiutata anche dallo Stato che non può ignorare parte del proprio Paese e dunque essere qui oggi di persona è fondamentale per portare la presenza dello Stato".

Il ministro ha sottolineato la necessità che la sede dell'Università non sia "una cattedrale nel deserto. Il rettore lo sa bene: Federico II ha già aperto in alte quartieri, non è facile ed è un'operazione che richiede molto impegno non solo della governance ma anche dei docenti, del personale e degli studenti perché è chiaro che venire qui sarà scomodo ma è molto importante creare quell'atmosfera e l'ambiente per cui i ragazzi vengono volentieri".

Il Vescovo.  "Oggi Napoli si congiunge ad una delle sue periferie più dimenticate ed etichettate, oggi in un luogo dove molti giovani venivano cercare la morte inizia una storia nuova, in questo quartiere i giovani verranno a costruire il proprio futuro". Lo ha detto il vescovo monsignor Domenico Battaglia durante la cerimonia di benedizione del polo universitario di Scampia. I giovani, ha sottolineato il vescovo, verranno a "raccogliere sapienza e coraggio per servire coloro che hanno più bisogno di aiuto, i malati e i deboli". "Vogliamo che il signore benedica questo luogo e che benedica i loro sogni di riuscita della loro vita ordinandoli alla giustizia e alla pace", ha aggiunto.

La protesta. Poco prima dell'inaugurazione della sede universitaria gli attivisti del Comitato Vele, Cantiere 167 e Movimento disoccupati 7 novembre hanno esposto uno striscione con lo slogan 'Siamo solo sognatori abusivi". "La gente come noi non molla mai" urlano, rivendicando che quello che si è ottenuto a Scampia è anche merito della loro lotta. "Siamo stanchi di aspettare, noi vogliamo lavorare" hanno urlato.