Salerno

Si è tenuto ieri pomeriggio, presso la "Casa del Volontariato" di Salerno, il primo congresso di "Medicina Democratica" - sezione Salerno e provincia. Un incontro che è terminato con l’elezione di Lorenzo Forte a presidente della sezione di Salerno "Medicina Democratica" e di un direttivo di esperti che mette insieme professionisti e liberi cittadini, rappresentanti di numerose lotte portate avanti insieme a "Medicina Democratica". Tra questi, Anna Risi (portavoce del comitato/associazione "Salute e Vita"), Fabio Torluccio (avvocato), Carla Cirillo (ricercatrice CNR presso l’Università degli Studi di Salerno), Salvatore Milione (ingegnere), Elena D’Elia (psicoterapeuta), Adele D’Anna (infermiera) e Salvatore Raimondi (fisioterapista).

Sono intervenuti Paolo Fierro, vicepresidente nazionale di "Medicina Democratica", Margaret Cittadino, coordinatrice e dirigente di "CittadinanzAttiva / Tribunale per i Diritti del Malato" e Lorenzo Forte, presidente del comitato/associazione "Salute e Vita". 

Hanno aderito e partecipato anche altri rappresentanti del territorio, tra cui Anna Grimaldi del comitato "Togliamoci l'amianto dalla testa" di Eboli, Angelo Orientale presidente dell'associazione "Memoria in Movimento" e Vincenzina Di Leo del territorio di Buccino. Ha inoltre portato i suoi saluti Francesco Musumeci dell'ISDE - Associazione Medici per l'Ambiente - ed ha concluso il presidente del CSV di Salerno Sodalis, Agostino Braca.

“Il nostro rapporto con Salerno e con Lorenzo Forte nasce dieci anni fa, in occasione di un evento all’hotel Ramada a Napoli, quando Lorenzo mi avvicinò e mi chiese di venire a Salerno per vedere la situazione di una fonderia in mezzo alle case”. Cosi il vicepresidente nazionale di Medicina Democratica Paolo Fierro, presente alla neonata sezione salernitana della ONLUS.

"Certe cose se non si vedono non si capiscono. Da allora fummo coinvolti come esperti nella lotta contro una "terra dei fuochi oscurata", la Valle dell’Irno, ove insisteva un’industria siderurgica in attività da più di sessant’anni, le Fonderie Pisano. - continua Fierro nel corso del suo intervento - Si tratta di un’azienda con tecnologie obsolete rispetto alle BAT ("Best Available Technologies", ovvero le migliori tecnologie in grado di garantire bassi livelli di emissioni di inquinanti) previste dalla normativa attuale. La contraddizione lampante era che quest’industria è piazzata in un’area urbanizzata e c’è quindi un’incompatibilità ambientale evidente che la popolazione vedeva e sentiva ma che le autorità, le Istituzioni, la politica, non volevano e non vogliono né vedere né sentire", l'accusa. 

Il vicepresidente nazionale di Medicina Democratica ha poi ricordato gli interventi messi in campo, le continue richieste di chiusure e la mobilitazione della popolazione e del territorio. "Abbiamo quindi intrecciato un rapporto intenso sino ai giorni nostri con queste realtà attraverso manifestazioni, conferenze stampa, aule giudiziarie, dibattiti pubblici in qualità di "esperti", tecnici che affiancano i movimenti, voci che possano contraddire con gli strumenti adeguati gli "esperti" dei padroni, dell’ASL, dei governanti. - continua Fierro -  "Medicina Democratica" ha questa funzione sin dalla sua nascita: creare l’incontro delle due conoscenze, far sprigionare questa scienza attiva, politicamente propulsiva. Per tale motivo, essa non è un club esclusivo di medici e ricercatori, magari tutti orientati verso "il popolo" ma alla fine chiuso in senso corporativistico: "Medicina Democratica", per funzionare davvero, deve includere i medici e gli attivisti dei comitati che rigettano il ricatto delle aziende abituate a lavorare sporco in nome della produzione e del profitto, i tecnici e gli operai che combattono la nocività e la mancanza di sicurezza nei cantieri, i ricercatori e gli insegnanti che scendono dalle loro cattedre e si uniscono alle famiglie per eliminare l’amianto dai tetti delle scuole, gli operatori sanitari ed i cittadini delle aree interne che difendono i loro ospedali, non per campanilismo, ma per la consapevolezza che la presenza di un presidio attrezzato fa la differenza tra la vita e la morte in tante situazioni. Per tale motivo, nasce la sezione di Salerno che accoglie tante esperienze locali che si sono confrontate con "Medicina Democratica" in questi anni e tante potenzialità che vengono da nuove energie professionali, settori di ricerca e di cultura sedimentata, tutte a valenza positiva che, in luogo d’incontro comune, possono potenziarsi a vicenda e dare un impulso decisivo all’affermazione del diritto alla salute nel territorio di una delle provincie più belle d’Italia", l'intervento del vicepresidente nazionale di Medicina Democratica. 

Presente anche Margaret Cittadino, coordinatrice e dirigente di "CittadinanzAttiva / Tribunale per i Diritti del Malato". Per la Cittadino, l’istituzione di "Medicina Democratica" a Salerno "è di considerevole importanza per affrontare la questione di una sanità sotto attacco da parte sia dei privati accreditati che di un sistema pubblico che fa finta di non capire".

"È fondamentale la presenza di queste forme organizzative a difesa della sanità pubblica e a difesa dei cittadini, contro lo strapotere delle multinazionali del farmaco e delle cliniche, per una partecipazione completa e corretta dei cittadini alle decisioni programmatiche della sanità pubblica e perché venga finalmente attaccato questo nodo gordiano, con la sanità accreditata/privata che sta portato quella pubblica allo sfacelo, facendole concorrenza con i soldi dei cittadini", le sue parole. 

Per il presidente della neonata sezione salernitana della ONLUS, Lorenzo Forte, presidente comitato/associazione Salute e Vita: 

"L’esperienza sul territorio del comitato/associazione "Salute e Vita" ed il suo rapporto con "Medicina Democratica" sono una storia da valorizzare come insegnamento nella difesa dell’ambiente. Le condizioni dell’assistenza sanitaria in una provincia vasta e complessa come quella di Salerno meritano un’attenzione ed un impegno adeguato, sicuramente maggiore di quanto espresso dalla politica sinora. Da queste considerazioni nasce la necessità di fondare una sezione di "Medicina Democratica" di Salerno e provincia. Anche questo primo congresso è stato aperto a tutti, in particolare alle voci provenienti dalle condizioni critiche di malattia fisica e mentale, ambientale e sociale. Un incontro della gente dei territori difficili con gli esperti che hanno scelto di affiancare le popolazioni in tante vertenze che segnano la nostra storia provinciale".