"Io ho fatto campagna elettorale senza pensare al mio posto più o meno sicuro, come la avrei fatta anche se non fossi stata in lista. Il problema qui è che effettivamente ha contato meno il ruolo rispetto alle necessità espresse dalle correnti, se in un partito vale di più la logica delle correnti rispetto ai ruoli rivestiti da persone che rappresentano il partito, è un problema non da poco. Per questo credo che il congresso potrà e dovrà costituire una svolta". Sono le parole del presidente del Pd e sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi in una intervista al Corriere della Sera.

"La Conferenza è un luogo di elaborazione politica e uno spazio autonomo delle donne che è preziosissimo. Dà forza alle donne. Deve contare di più. Oltre alla Conferenza abbiamo lavorato in questi ultimi due anni e mezzo come Partito, con il 'Women new deal', con la campagna 'Ogni giorno è 25 novembre', non ci siamo mai fermate, gli uomini che però hanno creduto con noi in questi percorsi ci sono, a partire dal segretario, ma sono una minoranza. Troppi le considerano ancora cose da donne, di cui si devono occupare le donne".

"Il partito è in questo senso lo specchio della società - continua Cuppi - invece dovrebbe essere vero motore di cambiamento ed essere più avanti nella pratica interna e non solo a parole, altrimenti non si è credibili. E' urgente che la nostra battaglia diventi davvero di tutto il partito, di fronte a forze politiche che governeranno e hanno una idea della donna relegata al focolare domestico, come vuole Salvini. Il Pd ha eletto solo il 30 per cento di donne? La rivoluzione culturale che si deve fare in questo paese dove ancora impera una cultura patriarcale riguarda anche il partito, è iniziata al nostro interno e ha prodotto i suoi frutti, ma non è ancora finita e quel che è successo con le candidature lo dimostra. C'è il femminismo nel partito, senza dubbio, ma non è di tutti, la cultura maschilista è ancora radicata al suo interno ed evidentemente ha prevalso anche in questa occasione". (Italpress)