Al termine di attività d'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, militari del comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino hanno proceduto all'esecuzione di un provvedimento emesso dal gip presso il Tribunale di Avellino, che dispone la custodia cautelare agli arresti domiciliari e la misura interdittiva nei confronti di un uomo, professionista contabile, e l'interdizione per ulteriori cinque indagati, per periodi tra 6 mesi ed 10 mesi, dall'esercizio dagli uffici direttivi ed amministrativi di imprese, tutti ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, allo stato delle indagini, per i reati tributari di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, indebita compensazione di crediti d'imposta ed occultamento o distruzione di documenti contabili.
Cinque indagati, due sono imprenditori di Avellino (un 42enne e 33enne), un altro di Montesarchio, e gli altri due di Napoli e Roma.
Eseguito anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta di denaro, beni o altre utilità per un valore complessivo pari ad 3.788.202,90 euro nei confronti cinque società coinvolte nelle frodi. Le complesse indagini, svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino, hanno fatto emergere, in particolare, la posizione di una società formalmente operante nel settore informatico, avente sede legale in provincia di Avellino e riconducibile a soggetti "prestanome" che, attraverso una serie di operazioni fittizie e grazie alla frode dichiarativa realizzata ai fini Iva, avrebbero prodotto artificiosamente per l'annualità d'imposta 2018 un consistente credito di imposta sul valore aggiunto, per un importo superiore a tre milioni di euro. Credito successivamente utilizzato per accumulare ulteriore illecito profitto sfruttando la possibilità di compensazione tributaria.
A riguardo, è emersa la figura di un commercialista pugliese che, attraverso la propria opera professionale di intermediazione risultata determinante per la riuscita della frode, avrebbe consentito a numerose società, ditte individuali e persone fisiche, aventi domicilio fiscale in tutto il territorio nazionale, di "abbattere" i propri debiti tributari e previdenziali mediante la compensazione cd. "orizzontale " con parte dei crediti inesistenti prodotti dalla società originatrice, consentendo così ai soggetti beneficiari di non versare imposte, fra il 2019 ed il 2020, per complessivi due milioni di euro.