Si è svolta lo scorso fine settimana una maxi esercitazione congiunta tra CNSAS e Protezione Civile a Corleto Monforte.
Lo scenario, che sempre più spesso vede la cooperazione tra i due corpi, è stata la ricerca e il soccorso di due persone disperse in ambiente montano.
Ecco come, simulando un caso reale, si è mossa la macchina dei soccorsi:
Domenica mattina giunge al CNSAS l’allarme dalla centrale operativa dei Carabinieri, diramato anche le varie Protezioni Civili. Al rifugio Corcomone di Corleto Monforte, zona di ritrovamento dell’auto dei due cercatori di funghi, arrivano in prima battuta tecnici e unità cinofile del CNSAS. Quest’ultime hanno il compito di raccogliere dei campioni di odori presenti nell’auto e, grazie alle caratteristiche dei cani da ricerca molecolare, stabilire un’iniziale direzione di ricerca. A cascata giungono i volontari della Protezione Civile di Eboli con la squadra Droni, la P.C. di Montella (Av) e il Soccorso Montano della P.C. di Giffoni Valle Piana (Sa), seguiti dalla sala operativa mobile del CNSAS.
Quest’ultima è un automezzo allestito con varie strumentazioni digitali e sistemi cartografici che svolge la funzione di CCR, ovvero il centro di coordinamento delle ricerche. Il CCR, assieme alle figure tecniche all’interno, ha il compito di organizzare e gestire le varie squadre di ricerca, le unità cinofile, i droni, e tutti coloro che partecipano alle attività, si occupa di organizzare il soccorso ed evacuazione dei dispersi nonché di relazionare e documentare tutte le fasi delle ricerche ed avere un canale diretto con le dirigenze dei vari enti coinvolti e con la stampa.
Altre unità cinofile di ricerca in superficie, provenienti da Lazio e Abruzzo, si occupano di battere velocemente sentieri e strade alla ricerca di altre piste. Seguono quindi le varie squadre miste di Tecnici CNSAS e P.C. che si indirizzano a battere zone assegnate dal CCR. Nel frattempo i Tecnici delle Telecomunicazioni del CNSAS assieme alla PC di Giffoni V.P. installano dei ponti radio campali per permettere ai segnali radio di coprire tutta la zona. Alla squadra droni della Protezione Civile di Eboli viene assegnata un’area aperta, sprovvista di vegetazione, da bonificare. Dopo 3 ore di ricerche e oltre 50 persone impegnate i due dispersi vengono ritrovati, feriti, in un anfratto. Il CCR fa convergere man mano sul posto tutte le squadre ed invia la squadra medica di soccorso avanzato ed un ulteriore squadra tecnica con l’attrezzatura necessaria. Le prime notizie sulle condizioni sanitarie dei feriti vengono comunicate alla centrale operativa del 118. Sul posto medici ed infermieri del CNSAS valutano le condizioni sanitarie dei due feriti e assieme ai tecnici scelgono di effettuare il recupero su barelle portantine, fanno richiesta poi al 118 di due ambulanze per la successiva ospedalizzazione dei feriti. Alle 14 le operazioni di recupero sono completate, i feriti affidati alle ambulanze e tutti i volontari fanno rientro al CCR.
"Esercitazioni come queste permettono alla catena di soccorsi di oleare tutti i meccanismi che scattano durante un intervento di ricerca al fine di essere sempre più operativi ed efficienti.
Un grazie particolare va, oltre ai tecnici del CNSAS, a tutti i volontari delle protezioni civili coinvolte, Eboli, Montella e Giffoni Valle Piana, che con dedizione ed impegno collaborano, chi da diversi anni e chi meno, al fianco del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico", sottolinea il personale.