Napoli

"Arrivano i semafori “intelligenti” a Napoli che dovrebbero far risparmiare qualche secondo agli automobilisti, altri soldi sottratti alla mobilità ciclistica napoletana che ridurrebbe il traffico". Così Maria Muscarà, consigliere del gruppo misto in Regione, interviene sul dibattito relativo alla viabilità cittadina.

"Mi verrebbe da dire che forse sono più “intelligenti” i semafori, rispetto a chi in passato doveva investire di più per una città sostenibile con trasporti efficienti, e ciclabili possibilmente non fuorilegge con spazi strettissimi. Manca una visione del lungo periodo da anni, si investe in misure già obsolete evitando di puntare ad una “Napoli capitale” nel terzo millennio. In una città con una struttura urbana storica molto complessa come Napoli, non è possibile immaginare la "fluidificazione" come soluzione delle problematiche del traffico, un semaforo del genere a via S. Rosa impazzirebbe, andrebbero invece articolate politiche di mobilità mirate alla riduzione delle auto in circolazione, all'incremento del trasporto pubblico e della mobilità ciclabile e pedonale", la riflessione di Muscarà.

"Questa è l’unica città in Italia dove si continua ad investire di più nel settore “autocentrico” incrementando il traffico automobilistico. Come giustamente ha spesso denunciato l’architetto Vincenzo Russo, responsabile ciclistico Fiab per la mobilità, il comune di Napoli ha utilizzato in maniera poco corretta i fondi Pon Metro per la mobilità dolce - Programma Operativo Nazionale “Città Metropolitane 2014/2020” adottato dalla commissione europea -, mentre 13 delle 14 città metropolitane coinvolte hanno approvato reti ciclabili. La seconda giunta De Magistris con assessore Calabrese, poteva facilmente realizzare con circa 6,9 milioni il piano della rete ciclabile approvata nel 2013, ed invece li ha tutti dirottati nella rete automobilistica al contrario delle altre metropoli, mentre a questa giunta sembra non interessare proprio dell’argomento", l'atto d'accusa del consigliere regionale.