Benevento

Se non ora quando per Irpinia e Sannio? Se lo domanda anche Pasquale Viespoli, ex sottosegretario al Welfare e leader di Mezzogiorno Nazionale.
Una riflessione che chiaramente è proiettata alle prossime elezioni: “Il collegio senatoriale uninominale unisce Benevento e Avellino” spiega Viespoli “ E dunque chi sarà eletto dovrà lavorare per unire e per rafforzare le due realtà”.
Unire e rafforzare laddove le logiche campanilistiche e non solo hanno giocato sulla divisione, sulla rivalità.

Logiche campanilistiche in cui pure lo stesso Viespoli è finito al centro: si ricorderà quella che il compianto Ciriaco De Mita definì “furbata”, un emendamento di Viespoli alla legge di riordino delle Province che assegnava il capoluogo alla città più popolosa, Benevento, nonostante l'Irpina come provincia contasse circa 150 mila abitanti in più.
“Ma non lavorai per dividere o per fare furbate – racconta Viespoli - ma per cercare un criterio per mantenere l'autonomia delle due province, ma fu un'occasione persa: non si trattava di eliminare province, ma di determinare dimensione che consentisse alla Provincia di avere un'area su cui innestare nuovi processi di sviluppo. Ed è quello che bisogna fare adesso: recuperare quello spirito per cercare nuova sintesi e costruire attraverso collaborazione e cooperazione quello che finora è stato pensato in termini di contrapposizione e di antagonismo. Ora si apre una nuova partita che per essere davvero tale richiede visione e progetto, e cioè quello che la politica deve fare. E' un banco di prova concreto per definire dal basso nuovi assetti, nuove collaborazioni, nuove forme di protagonismo sociale”.


E chiaramente spiega Viespoli: “Il ragionamento dunque non può essere quello che per un nuovo ente va creato anche un nuovo cda. O che per superare l'Alto Calore si crea un nuovo alto calore in salsa sannita”.
E dunque creare condizioni di sviluppo, anticipare con la politica i problemi che possono arrivare e risolverli. Uscendo da una logica di contrapposizione che ha portato decisamente pochi vantaggi per il territorio. E infatti Viespoli ricorda: “Cosa rimproverano i beneventani alla propria classe dirigente? L'autostrada che passa per Avellino. Cosa rimproverano gli avellinesi alla propria classe dirigente? L'Università che è a Benevento e non ad Avellino. Bisognerebbe entrare in una logica che vede un territorio che ha sia l'autostrada che l'università”.


Come? “Con la politica, naturalmente. Con una politica che non guarda al territorio come alla cucina di casa naturalmente ma che sia in grado di cogliere le occasioni sui temi. Prendiamo il tema sanitario, ad esempio: quando si parla della possibilità della perdita del Dea di II livello per il San Pio la classe politica dovrebbe andare a guardare al sistema sanitario Sannita e Irpino nel suo complesso, andando a ragionare delle specializzazioni sanitarie, del sistema dei trasporti, comprendendo che le regole relative al bacino d'utenza sono quelle”.


E il ragionamento di Viespoli coinvolge poi, naturalmente, gli altri ambiti, da quello economico a quello sociale, in un momento in cui ci sarebbe la necessità di creare sia in ottica regionale che nazionale una dimensione più ampia e una voce più forte. La necessità e l'occasione concreta che ciò avvenga, a partire dal 26 settembre.
Il compito è ambizioso e stimolante: cosa c'è più stimolante rispetto a costruire le città e le autonomie del futuro? Certo questo diventa impossibile o addirittura regressivo se si pensa invece al territorio come piccola cucina casalinga dove non può che prodursi cibo vecchio e stantio”.