Flumeri

“A Michele Guerra per aver esaltato con impegno, passione, dedizione e sacrifici i valori e la grande missione dei vigili del fuoco e della croce rossa italiana”.

E’ l’omaggio che arriva dalla Campania, da parte della protezione civile flumerese guidata da Francesco Giacobbe ad un grande uomo, ideatore di una delle strutture più affascinanti al mondo che rievocano la storia e le gesta dei vigili del fuoco e della croce rossa italiana.

Un tuffo nel passato, tra automezzi, uniformi, attrezzature, stampe, reperti, libri e foto d'epoca. Storie di eroi valorosi e pieni di coraggio, che hanno dedicato la loro vita alla lotta contro il fuoco e al primo soccorso.

2500 metri quadrati di area espositiva, oltre 3000 reperti storici, 80 divise e uniformi, oltre 50 anni di scrupolosa e attenta ricerca fino ad ultimo gioiello in arrivo, una ennesima ambulanza d’epoca della croce rossa italiana.

Storie di uomini e donne che si identificano pienamente nella grande opera della protezione civile italiana, nata in Irpinia sotto le macerie di quel disastroso sisma del 23 novembre 1980.

Colpisce all’interno del museo, la ricostruzione dei più importanti eventi calamitosi che hanno caratterizzato la nostra storia e quella dei pompieri, tra cui quelli verificatisi durante il ventennio di attività del IV Centro Petrolchimico di Manfredonia, in particolare lo scoppio della colonna di lavaggio dell’Ammoniaca del 1976 e l’incendio del magazzino del Caprolattame del 1984.

Ben quattro diversi padiglioni, ciascuno dedicato ad un pezzo di storia dei pompieri e della croce rossa italiana. Ognuno progettato e curato nei minimi dettagli da Michele Guerra e sapientemente ricostruito dall’artigiano Sipontino maestro d’ascia Antonio Berardinetti.

Un’atmosfera incantevole e surreale che ha lasciato davvero senza parole Francesco Giacobbe.

“E’ qualcosa veramente di unico. Siamo davanti ad un uomo straordinario, che è riuscito a mettere insieme la storia dei vigili del fuoco e della croce rossa italiana, di tutta la struttura della sicurezza non solo italiana ma mondiale, di cui ci sentiamo pienamente partecipi anche noi. Viene contemplato un po' tutto il corpo del soccorso. Ci sono delle cose davvero uniche che solo qui a Manfredonia mi è capitato di vedere. Ringrazio ancora una volta Michele Guerra, per la sua passione. E’ questa la definizione corretta. Tutto ciò si può realizzare solo se c’è passione. Mi auguro che questo grande patrimonio possa essere ancora di più valorizzato e apprezzato da tutti a partire dalle massime istituzioni. Un patrimonio che appartiene davvero all’intera nazione e non solo.”