Due anni e 6 mesi ad uno, 1 anno e 10 mesi all'altro. Sono le condanne stabilite dal Tribunale, rispettivamente, per Niko De Luca, 29 anni, e Daniele Di Luca, 30 anni, di Benevento, accusati di tentata estorsione, lesioni aggravate e violenza privata. Imputazioni che l'avvocato Antonio Leone aveva chiesto di riqualificare come esercizio arbitrario delle proprie ragioni, evidenziando la natura familiare della lite e la remissione della querela, con ritiro della costituzione di parte civile, delle vittime, rappresentate dall'avvocato Fabio Russo. Il pm Licia Fabrizi aveva proposto la condanna a 3 anni e 10 mesi per i due giovani, chiamati in causa per un episodio accaduto lo scorso 12 gennaio, al centro delle indagini dei carabinieri.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti , arrivati presso l'abitazione di una donna al rione Libertà, si sarebbero fatti aprire la porta dalla malcapitata, minacciando di prendere il coltello o una pistola. Obiettivo: cercare il compagno, che era sopraggiunto dopo pochi minuti. I due l'avrebbero aggredito lungo le scale di accesso all'appartamento, colpendolo con pugni al volto e calci, anche quando ormai era a terra, per costringerlo a consegnare loro la somma di 2mila euro che la vittima aveva prelevato dal proprio conto corrente. Una somma che De Luca riteneva di sua spettanza in virtù di un patto esistente tra loro. Entrambi l'avrebbero poi condotto a bordo della sua auto per raggiungere la casa della madre, alla quale lui avrebbe dovuto chiedere in prestito la somma, ma non l'avevano trovata.
Comparso dinanzi al Gip dopo l'arresto, De Luca aveva affermato che avevano litigato perchè voleva sapere che fine avessero fatto i soldi che servivano a pagare tre rate di un doppio prestito. Punto di partenza i 600 euro accreditati mensilmente, come indennità di cassa integrazione per De Luca, su una carta legata al conto corrente dell'uomo, sul quale erano stati accesi due prestiti nell'interesse del 29enne, che provvedeva a rimborsarli dopo aver ricevuto le somme, in contante, dall'altro, peraltro un suo congiunto. Aveva inoltre aggiunto di aver raggiunto la sua abitazione dopo essersi accorto che sul conto non c'erano i soldi di cui aveva bisogno, e che tra loro era scoppiata un'accesa discussione.
Dal canto suo, Di Luca si era detto completamente estraneo, precisando di aver soltanto accompagnato l'altro, senza essere a conoscenza del motivo della visita, ed escludendo qualsiasi aggressione.