Avellino

Spaccio, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Emessa la sentenza per i cinque imputati.

Quattro anni e otto mesi, oltre a 20mila euro di multa per C. D. L. e M. P, sei anni e 30mila euro di multa per G. L. Destinatari, inoltre, delle pene accessorie di interdizione dai pubblici uffici in perpetuo, divieto di espatrio e ritiro della patente di guida per due anni. Il gip Paolo Cassano ha ordinato anche la confisca e la distruzione dello stupefacente posto sotto sequestro.

Assolti, invece, Gianluca Spatuzzi e Carmine Valente, ai quali viene revocata la misura cautelare e ne viene disposta la liberazione.

I fatti si sono registrati in un arco temporale che va dall’autunno 2020 ad aprile 2021 e le indagini sono state possibili grazie a una serrata attività di intercettazione, dalla quale è poi scaturito il decreto di giudizio immediato a firma del sostituto procuratore Vincenzo Russo. Il pm, infatti, ha ritenuto sussistente la circostanza secondo la quale gli indagati in sede di interrogatorio di garanzia, avvenuto a febbraio, non avrebbero fornito alcuna versione alternativa ai fatti a loro contestati, che potesse fa venir meno la gravità indiziaria a loro carico, anzi, tre di loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Gli indagati, però, insieme ai loro difensori - gli avvocati Vittorio Guadalupi, Nicola De Filippo, Antonio Tomeo, Michele Sanseverino, Gerardo Santamaria e Nello Pizza - chiesero di essere giudicati con rito abbreviato.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti avrebbero dato vita a un grosso giro di cessione e spaccio di droga: ingenti quantitativi di cocaina sarebbero stati nascosti nelle camere d’albergo di due strutture ricettive situate tra Atripalda e Manocalzati. Tra sequestri di dosi in bustine di cellophane termosaldate e accordi telefonici, è stato così ricostruito il business dell’ennesima piazza di spaccio avellinese sgominata dalla Squadra Mobile cittadina.