Ariano Irpino

Se questo è un uomo, scriveva Primo Levi, partigiano e superstite dell'olocausto italiano nel lontano 1945 in un suo romanzo sempre attuale ai giorni nostri e a questa storia che stiamo per raccontarvi...

"Non voglio sensazionalismo e pietà intorno a me, sono una persona umile e rispettosa, sto cercando solo una casa che possa ospitare me e la mia compagna inseparabile, Bacia. Lei è tutto per me, è la mia famiglia, preferisco stare digiuno o al freddo, purchè stia bene e al riparo lei."

A parlare è Christopher, un cittadino di nazionalità polacca, in regola sul territorio,  da anni residente in Italia e da circa un mese alla ricerca di una sistemazione dignitosa ad Ariano Irpino. "E' la seconda volta che la bussola decide di portarmi da queste parti. Sono luoghi che conosco e amo, avendo sempre lavorato nelle campagne. Non mi sono mai tirato indietro. Ma chi accoglie me deve trattare allo stesso modo  anche il mio cane, da cui non mi separerò mai."

Lo avranno visto in tanti insieme al suo amico inseparabile, la radio accesa ad alto volume con la voce di papa Giovanni Paolo II e una piccola tenda dove poter dormire di notte sotto la grande croce illuminata di Cardito. C'è chi si è fermato per qualche chiacchiera, per donargli qualcosa, ma alla fine ha ottenuto finora solo rifiuti e finti aiuti, fatta eccezione di una donna sensibile, Maria Silano, che si sta battendo da sola e in lacrime per lui, con le sue poche forze, pur di vederlo sorridere e lontano dalla strada. Dai volontari della protezione civile flumerese sono arrivati generi di prima necessità. 

“Ho dormito tra rovi, spine e rifiuti ma a qualcuno evidentemente dava fastidio la mia presenza, a tal punto da chiamare la polizia e i vigili urbani. E’ proprietà privata, non puoi dormire in quel terreno, mi è stato detto. Eppure, come del resto è mia abitudine, ho ripulito ogni giorno quello spazio da me occupato, consegnando poi agli operatori ecologici una busta contenente i miei rifiuti giornalieri. Sarà più pulito ora che prima quel posto. Un bar nel piazzale Eurospin  mi ha consentito di fare i bisogni e lavarmi il viso. E lo ha fatto con il cuore e li ringrazio.

"Sono disposto a fare ogni cosa per sopravvivere, a pulire le strade o a lavorare nei campi. Ma ospitare me, significa accogliere anche la mia adorata compagna, il mio cane." Christopher si rivolge alle istituzioni della città, comune, servizi sociali, sindaco, vescovo, sacerdoti e associazioni, affinchè qualcuno possa tendergli una mano tesa.

“Non mandatemi la polizia, non sono un criminale e non sono qui nel vostro paese per delinquere e fare del male a qualcuno, non  cerco soldi ma solo una casa e un lavoro dignitoso. Mi basta un semplice tetto. Non amo ricchezze, sbatteteni anche in aperta campagna ma aiutatemi. Non voltate lo sguardo dall’altra parte, ho dato tanto all’Italia, a questa terra che amo profondamente e che oggi ingiustamente mi sta sbattendo le porte in faccia.”