Avellino

“In risposta al consorzio vini d’Irpinia che accusa la Cia di aver gonfiato i numeri - si legge - possiamo sostenere che i numeri sono in linea di massima, quelli dichiarati dalla confederazione. Ma una riflessione ci sorge spontanea. Le prerogative del consorzio sono altre e non quelle di preoccuparsi se i numeri siano corretti o meno. Le prerogative sono quelle di valorizzare  la viticoltura irpina, di promuovere i vitigni, di essere al fianco dei vignaioli, delle cantine e di tutto il comparto. Facendo e insinuando queste sterili diatribe appare verosimile che la linea di questo organo sia a totale sfavore di noi  viticoltori”.

“Un’ulteriore riflessione e auspicio è quello di andare in un’unica direzione e risolvere il conferimento delle uve al di là dei numeri che poco interessano in questa fase. Urge trovare un collocamento per queste uve ad un prezzo equo, al fine di aver un giusto reddito e fare fronte alla prossima annata”.

“I conferitori sono circa 130. Tra noi ci sono agricoltori con molti ettari di vigneti e che producono dai 200 ai 600 quintali  di uva. Se proviamo a fare una media molto bassa, giusto per portare il nostro caro consorzio ad un’ulteriore riflessione, di circa 130 quintali per viticoltore, arriviamo a circa 17mila quintali. Consideriamo che nel nostro areale ci sono vigneti che sono giunti alla piena produzione, che l'annata presenta in molti luoghi carichi di uva superiore alla media, che le commesse sono state dismesse anche da molti privati e da ulteriori commercianti. Per questo possiamo dire a gran voce che la questione è molto seria e preoccupante.

Esortiamo quindi a non fossilizzare l'attenzione sui numeri, bensì sulla reale problematica che, con coraggio e determinazione, ha fatto emergere la Cia di Avellino, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti. Ancora una volta ha dimostrato di essere al nostro fianco...”