Capaccio

Rosario Francia, commissario Udc Capaccio Paestum, Cilento e Vallo di Diano, ritorna sulla questione del litorale, alla luce di un’estate povera di presenze turistiche. 

“Capaccio Paestum, la pianificazione della fascia costiera e la gestione del demanio stanno camminando su un percorso sbagliato, privo di programmazione e di visione futura. Le difficoltà che questa stagione estiva ha fatto emergere, il clamoroso calo delle presenze di bagnanti denunciato dagli imprenditori balneari, sono il tornaconto degli errori commessi da tempo ed acuiti ulteriormente dagli interventi recentissimi fatti sulla costa. L’amministrazione comunale e il sindaco Franco Alfieri, delegato regionale anche per il Masterplan dei 40 km di costa a Sud di Salerno, prenda atto di questa situazione e cambi in corsa gli indirizzi sui quali si stanno muovendo i progettisti", la presa di posizione dell'esponente dello scudocrociato.

"Antropizzare lo spazio a ridosso dell’arenile, aggredire la fascia pinetata con spazi da adibire ad aree di parcheggio, impiantare pennelli per contrastare l’ipotetica erosione della costa, sono tutte azioni che non porteranno alcun beneficio al turismo e distruggeranno il grande patrimonio ambientale e naturalistico presente, che invece andrebbe salvaguardato e valorizzato come elemento attrattore per i tanti che ormai cercano una vacanza in contesti salubri, poco contaminati e nei quali la natura e l’ecosistema siano motivo del viaggio. Pensare ancora nel 2022 a programmi e progetti volti ad affermare un turismo di massa, calando interventi di urbanizzazione sulla costa, è un’idea sorpassata e senza futuro. Capaccio Paestum, in particolare, deve accentuare la sua vocazione ambientale, rinunciando totalmente a “riminesizzarsi”. Natura, cibo e archeologia sono le colonne portanti del territorio, che vanno unite ad una fruizione del mare e delle spiagge che va orientato al rispetto e alla salvaguardia di pineta e duna. Si devono recuperare gli ampi spazi di spiaggia libera che vi erano un tempo. Basta con la continua e incessante politica di privatizzazione dell’arenile attraverso concessioni che si vogliono rendere addirittura ultradecennali", la riflessione di Francia.