Si continua a indagare sul delitto del panettiere Ciro Palmieri, ucciso con 40 coltellate dalla moglie e da due dei suoi figli nella sua casa a Giffoni Valle Piana. In attesa dei risultati dell'autopsia, che verrà effettuata nella mattinata di domani, sentite altre testimonianze. E' arrivato a Salerno anche il figlio maggiorenne della coppia, militare a Milano, che rilascerà le sue dichiarazioni agli inquirenti. Quello che emergerebbe dalle prime ricostruzioni è un omicidio nato in un contesto di continue tensioni e violenze domestiche. Per la psicologa dell'Ordine della Regione Campania Antonella Grandinetti quello che è accaduto è riconducibile a dinamiche patriarcali apprese negli anni dai figli della coppia.
“La letteratura psicologica paradossalmente ci indica come più dannoso un trauma continuativo e violento rispetto a un trauma di rottura, come un delitto. Certo ssere gli artefici della morte del proprio padre è sicuramente un evento drammatico, ma in questo caso c'è anche l'idea di aver liberato la madre. In un'ottica, e in una cultura maschilista, che forse i ragazzi hanno appreso c'è anche questo ruolo, di dover difendere e prendersi cura della mamma”. Un delitto atroce al quale ha assistito anche l'altro figlio 11enne della coppia. “Lui è quello che ha visto ma non è intervenuto – continua la psicologa Grandinetti – sicuramente il ruolo di questo bambino è molto a rischio, ha poi perso tutti i suoi punti di riferimento”.