Giovanni Limata, il 23enne responsabile dell'omicidio di Aldo Gioia, teme per la propria vita. Sono giorni che lancia allarmi dalla propria cella e chiede di essere aiutato. A quanto si apprende, l'origine delle minacce avrebbe del clamoroso, almeno stando alle sue dichiarazioni. Qualcuno avrebbe dato l'ordine di ucciderlo e sarebbe una persona a lui molto vicina. Una paura che più di una volta ha trovato terreno fertile in seno alla famiglia, tanto che la madre di Giovanni Limata, la settimana scorsa, sarebbe stata per diverse ore davanti al carcere dove è recluso il figlio per protestare e chiedere un aumento della sorveglianza.
Di concreto, riferiscono fonti accreditate in ambiente investigativi, non c'è nulla. Queste cose, le minacce di morte, o vengono compiute con atti clamorosi e dimostrativi o affidate a radio carcere. Per chi ha seguito molto da vicino il caso, si tratterebbe di conseguenze paranoiche dovute alla carcerazione. La verità è che per il 23enne il peso della gravità di quanto commesso sta prendendo il posto dell'iniziale e crudele spavalderia, quando aveva rivendicato quasi con orgoglio le decine di coltellate inflitte al padre di Elena, la propria fidanzatina. La consapevolezza porta inevitabilmente alla depressione, senza dimenticare che nel gennaio scorso Limata, con una scatoletta di tonno, ha tentato di uccidersi ma con scarsa fortuna.
È molto probabile che la vicenda sarà portata all'attenzione del Presidente della Corte di Assise di Avellino, davanti al quale il 22 settembre prossimo riprenderà il processo di primo grado, giunto oramai alle battute finali. Sarà l'avvocato Rolando Iorio, di recente nominato difensore da Limata, a decidere l'eventuale iter procedurale da seguire.
Giovanni Limata, aiutato da Elena Gioia che gli ha aperto la porta e dettato i tempi dell'introduzione in casa, il 23 aprile dello scorso anno ha sorpreso Aldo Gioia, 53 anni, mentre si era assopito sul divano del salotto di casa. Lo ha colpito con diverse coltellate, ma le atroci urla della vittima designata lo hanno disorientato e costretto alla fuga, anche per il sopraggiungere di Liliana Ferraiolo, moglie di Aldo, e di Emilia figlia maggiore.