Avellino

Centotrenta conferitori di uva da Aglianico dell'areale di Paternopoli (Avellino) restano senza committente. La grande azienda che da anni acquistava le uve pregiate della Valle del Calore il primo agosto ha disdetto la commessa. Così circa 25mila quintali di uve spalmate tra i viticoltori di Paternopoli, Castelfranci e Montemarano restano invendute.

Impegnata sul campo ad arginare un problema di ordine sociale è la Cia Avellino guidata da Stefano Di Marzo, che ha recentemente incontrato una rappresentanza di vignaioli per affrontare la questione. L'incontro promosso a Paternopoli alla presenza del rappresentate della sede zonale Mario Cresta ha fatto emergere la criticità di una condizione che interessa l'ordine pubblico e l'urgenza di individuare una soluzione che possa risolvere il problema, ma anche immaginare una governance strutturale del mondo del vino irpino.

Per risolvere la questione, che interessa 130 famiglie, Di Marzo punta al coinvolgimento trasversale degli stakeholders, oltre alla politica e ai rappresentanti istituzionali.

Cia Avellino denuncia la situazione e anticipa la richiesta di un incontro formale al prefetto di Avellino Paola Spena per rappresentare a lei la crisi aperta nel comparto e chiedere l'istituzione di un tavolo di crisi. "Il nostro obiettivo - spiega Marzo - è quello di arginare il problema e individuare una soluzione che consenta ai produttori di vendere le uve prodotte, ma anche di coinvolgere tutte le associazioni di categoria, chi ha esperienza nella cooperazione, cantine e aziende vinicole della provincia, per valutare nuovi percorsi da intraprendere e favorire un passo in avanti nella strutturazione di una governance. Lo stato di crisi dei conferitori non deve produrre speculazione da parte di aziende disposte a comprare. Vogliamo vendere l'uva e conservare il posizionamento del trattamento economico degli anni precedenti".