Giffoni Valle Piana

C’è l’ombra di un passato di presunte violenze e maltrattamenti dietro l’omicidio del panettiere di Giffoni Valle Piana. Un delitto agghiacciante su cui gli inquirenti stanno ancora cercando di ricostruire tutti i contorni. Ciro Palmieri, panettiere di 43 anni di Giffoni Valle Piana, è stato ucciso con più di trenta coltellate dalla moglie Monica Milite, dal figlio 18enne Massimiliano, e dal terzogenito di 15 anni. I tre, domani, compariranno davanti ai Gip per l’interrogatorio di garanzia. Sono accusati, in concorso, di omicidio aggravato dalla crudeltà e occultamento di cadavere ai danni del capofamiglia, i cui resti saranno analizzati dal medico legale nella mattinata di mercoledì. Il figlio minore ha già avuto nei giorni scorsi un primo incontro informale con il procuratore presso il tribunale dei minori nel corso del quale ha raccontato quanto avveniva all’interno dell’abitazione. Un contesto difficile, condito di presunte violenze.

Sette anni fa, infatti, Monica Milite denunciò il marito per maltrattamenti. Ma, da quanto si apprende, la donna poi avrebbe ritrattato quelle accuse. “Non usciva mai di casa, non venivano mai in chiesa - ha raccontato il parroco don Generoso Bacco - La comunità è scossa da quanto accaduto. Nessuno lo avrebbe mai immaginato. I problemi che avevano in casa non erano mai stati esternati. Siamo rimasti tutti sconvolti”.

“Un episodio che nasconde un disagio che persisteva a livello familiare da parecchio tempo in quel nucleo. - ha sottolineato Ginetto Bernabò, presidente del consiglio comunale di Giffoni Valle Piana - Disagi che vanno monitorati, osservati attraverso delle politiche sociali molto attente e con meno omertà da parte delle persone e più partecipazione da parte delle istituzioni. Bisognerebbe istituire più punti di ascolto nei Comuni. Luoghi in cui, anche in maniera anonima, si possano denunciare i propri disagi, così da provare a riparare quanto possibile. Questo episodio segnerà a vita la storia della comunità. Il coraggio di denunciare è importante”.