L'anno scorso l'ospedale di Avellino non ricoverava dopo le 20, oggi addirittura ha limitato gli accessi ai soli codici rossi (per poi fare frettolosamente marcia indietro). L'anno scorso ho denunciato che non si rimpiazzavano i medici di base che andavano in pensione (le famose zone carenti) e oggi la situazione della sanità di prossimità è addirittura additata dai manager degli ospedali come la causa del sovraffollamento dei pronto soccorso (ma chi è causa del suo male...). Potrei continuare. Ricordo soltanto il caso Solofra, dove dopo la chiusura del pronto soccorso e qualche protesta di piazza, sono stati votati gli stessi che hanno fatto chiudere quel presidio che oggi sarebbe stato tanto utile per far fronte alla pressante richiesta di prestazioni sanitarie. I finti rafforzamenti degli ospedali di Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi (dove aprono e chiudono a distanza di pochi giorni interi reparti) sono un'ulteriore presa in giro dei cittadini. Lo dicevo lo scorso anno e lo ripeto: la sanità pubblica (quella che Gino Strada riteneva non sostituibile da quella privata) non può andare in ferie né essere gestita improvvisando. Il tutto nell'indifferenza di un classe politica indaffarata a rincorrere poltrone: mi aspetto dai soliti noti le nuove promesse elettorali che saranno sistematicamente non mantenute.
Caos sanità, Ciampi: "Pronto soccorso a metà e medicina territoriale in tilt"
Il consigliere regionale 5S: ""Il servizio pubblico non può andare in ferie"
Redazione Ottopagine
La nota