Avellino

In tutte le librerie e su tutte le piattaforme digitali sono disponibili, da qualche giorno, i  due volumi di Franco Festa: “La gioventù del commissario Melillo. Avellino 1946-1964 ( 420 pg. 18 eu)” e “La solitudine del commissario Melillo. Avellino 1970-1985. ( 710 pag. 18 eu)” , Edizioni Robin Torino.

Non si tratta di una semplice ristampa dei sei romanzi del famoso e amato commissario , ormai introvabili, ma molto di più. D’altronde solo i lettori più fedeli hanno letto tutti i romanzi. I più distratti solo il primo: “Delitto al Corso”.

Altri ne hanno letto solo qualcuno qua e là, nel corso dei 12 anni in cui sono state pubblicate le avventure dell'investigatore avellinese. Quale è il senso dell’ importante operazione editoriale della Robin? E’ molto evidente.  

Frammenti avvincenti si sono ricomposti in un disegno chiaro, storie sparse hanno trovato un percorso unitario, indagini di dolore, di morte e di amore si sono saldate in un quadro che è quello della città dell’autore, di Avellino, dal 1946 al 1985. Le due nuove introduzioni aiutano il lettore durante questo percorso. Così alla fine anche chi ha già letto le storie di Melillo può tornare a stupirsi e ad amare di nuovo le creature letterarie di Franco Festa. E anche l’autore, che li ha scritti, ha dichiarato di essere rimasto meravigliato e avvinto da questo nuovo punto di vista.