Avellino si prepara alla Festa dell’Assunta, Regina della città, tra luminarie e rientri dalle ferie, nonostante i temporali che imperversano creando problemi alla viabilità e non solo. È un appuntamento atteso sul piano civile ed ecclesiale anche perché, dopo l’astinenza della pandemia, l’immagine sacra tornerà a percorrere le vie della città come segno di protezione e di benedizione. La Chiesa annuncia aperta la strada del Cielo percorsa dal Cristo Asceso e dalla Madre Assunta, ma non so quanti vogliano seguirli dal momento che l’attimo fuggente ci prende ostruendo ogni possibilità di cielo.
“Se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù dove siede Cristo assiso alla destra del Padre” scrive San Paolo. Questa espressione ha avuto diverse interpretazioni in questi duemila anni di cristianesimo, molto spesso disancorando i cristiani dalla storia per proiettarli sulle “Cose Future” che assumevano, a volte, solo una dimensione consolatoria quanto evanescente.
“Le cose di Lassù” non hanno nulla a che vedere con quelle di “Quaggiù”? La città di Dio e tutta un’altra cosa dalla città degli uomini? Optiamo per una soluzione “et-et” rispetto ad un atteggiamento “aut-aut”. Scendendo nel concreto la nostra città con le sue mille contraddizioni è in continuità con Quella in cui Maria è Assunta e incoronata Regina degli Angeli e dei Santi. Le Cose del Cielo si preparano qui, si impastano e si impostano nelle Sedi Istituzionali, nei progetti di legge, tra queste nostre strade non sempre tranquille, nei nostri condomini litigiosi. “Solo chi sappia parlare delle cose della terra può annunciare quelle del Cielo” scrive Simone Weil, una mistica-filosofa del novecento, ed è con questa visione che vogliamo salutare Maria Assunta in cielo e partecipe della gloria del Figlio, ed entrare nel vivo della Festa ormai alle porte.
“Sono la Regina del cielo –Ella ci dice-, ma anche di questa vostra città che corre ma non parte!”, “Rivolgete lo sguardo al Cielo, ma sappiate che vi giungerete solo se avrete amato l’uomo e la terra, se vi sarete impegnati ad asciugare le lacrime dei poveri e dei diseredati, se riuscirete a consegnare ai vostri figli un mondo più umano e unito, più respirabile e più bello, più aperto alle mille diversità che vi fanno paura!”.
La Processione che riprenderà il suo andare sia segno di una volontà concreta a camminare per le nostre strade a piantare fiori mentre non lontano da noi ancora esplodono bombe e sono sventrate le città.
“Si alzi forte il grido della pace” è scritto su uno striscione in Piazza Libertà fin dai primi giorni della guerra in Ucraina, a commento di volti di bambini sorpresi dalla morte mentre erano ancora intenti a giocare. Ci sembrava allora di aver visto e toccato il fondo, ma le tragedie si sono unite alle tragedie e le morti alle morti in un’escalation senza fine che neppure più ci commuove e ha fatto passare le notizie della guerra in seconda pagina. Su quella e sulle mille tragedie vicine e lontane la Madre Assunta poggia lo sguardo chiedendo un’inversione di marcia a noi e al mondo intero. Senza una viva passione per l’umanità ed ogni uomo non c’è cielo che tenga, non c’è promessa di paradiso, non ci sono posti prenotati nella Luce. Domani scopriremo che l’inferno e il paradiso iniziavano già qui ad Avellino e li avevamo a portata di mano e di preghiera, ad un passo da noi. Speriamo di non scoprirlo troppo tardi.
Mons. Arturo Aiello
Vescovo di Avellino