A partire dai primi di agosto, la provincia di Salerno si ritrova in piena emergenza incendi. Ne abbiamo parlato con Michele Buonomo, componente del direttivo regionale di Legambiente.
Parliamo di questo incremento importante di incendi in provincia di Salerno. Fenomeno che ormai si ripete ogni anno ma, pare, con sempre maggior intensità.
Questo dato dell'incremento di incendi non ci sorprende. È un fenomeno che si estende tra l'altro da Nord a Sud. La distribuzione geografica degli incendi è ormai generalizzata. La stagione degli incendi, in realtà, non conosce più confini temporali: ne avvengono molti anche in autunno e inverno. Questo è legato a due fattori. Uno, legato al cambiamento climatico: meno pioggie e sempre più siccità favorisce sempre più l'insorgenza di incendi. E la seconda, invece, ha a che vedere con le aree boscate che non vengono più monitorate. Se si legge il dato bruto, le aree boscate sono aumentate negli ultimi decenni. Questo non è un segnale necessariamente positivo: molti terreni - marginali dal punto di vista produttivo, e corrispondenti per lo più alle aree interne - non vengono più mantenute. C'è stato un processo di inselvatichimento. Ormai comunque, è un fenomeno globale, si va dalla California fino alla Siberia.
Di quest'ultimo se ne parlò molto, tra gli incendi più importanti che si siano mai visti.
Sì, anche perché era molto difficile intervenire. Tornando a noi, a Salerno, a ridosso della città – tra Cava, Vietri, Monti Lattari e Monti Picentini – tra l'incremento di aree boscate e le condizioni climatiche, c'è un importante incremento dei roghi. Questo è un dato di fatto.
Soffermandoci un attimo sulle aree boscate, cosa fare? Cosa propone Legambiente?
Ci vorrebbero misure sistematiche per affrontare questo problema. Lo spopolamento delle aree interne porta inevitabilmente all'abbandono del territorio. Allora, per scongiurare i grandi incendi, bisogna cambiare in primis la politica: prevenire anziché intervenire a posteriore.
Fare prevenzione...
Con la manutenzione. Con una cultura del rispetto delle aree boscate e aumentando l'attenzione sul tema. Ho proposto di rilanciare i campi di avvistamento antincendio: questi campi, fatti da volontari (e con il supporto formativo da parte della protezione civile e dei vigili del fuoco) vedevano la presenza e partecipazione di decine di giovani. In primis, si individua il rogo in tempo reale. Poi, si scoraggia l'attività dei piromani. Sottolineo che sarebbero formati per avvistare ma senza intervenire, che è attività riservata alle forze preposte. Questi campi di volontariato potrebbero essere aperti per l'estate, dopo la fine delle scuole, fino alle prime settimane di ottobre.
Su questa proposta, ne avete parlato con il Ministero?
Sono anni che ne parliamo. E i fondi ci sono anche, ma quel che manca è la conoscenza del tema. Ogni ettaro che viene bruciato è perdita di biodiversità, di flora e fauna, di tenuta del territorio. Voglio sottolineare che gli incendi si prevengono in inverno, mentre il lavoro di prevenzione sulle frane va fatto in estate.
Per quanto riguarda proprio Salerno invece?
Bisognerebbe riforestare e disincentivare drasticamente il trasporto privato, ma si devono creare le condizioni. Vi dico solo che per prendere l'autobus tra andata e ritorno da Salerno per il Parco Arcehologico di Pontecagnano, avrò aspettato per un'ora in tutto. Bisogna essere in un certo senso eroici, per fare qualcosa del genere.