Tappe parlamentari per il neo decreto aiuti bis targato governo Draghi, per altro dimissionario, ma non per questo meno attento alle questioni legate a questa vera e propria recessione economica del continente europeo. Una crisi profonda che, nonostante la ripresa di alcuni Paesi come l’Italia, sbandierata da analisti esperti, continua a generare incognite di default per decine di migliaia di piccole imprese.
La guerra nel cuore dell’Europa ha complicato molto il quadro macroeconomico dopo due anni di pandemia da coronavirus: inflazione che galoppa veloce, speculazioni fuori controllo su materie prime ed energia con i carburanti che continuano la corsa al rialzo nonostante le misure dell’esecutivo. “Raggranellati altri 14 mld di euro per il nuovo decreto aiuti - esordisce Gianni Lepre, opinionista economico del Tg2 - che dovrebbe andare, in alcuni casi a correggere, in altri a prorogare, misure fondamentali per l’economia tricolore, a sostegno di famiglie e imprese, ma che comunque rappresenta un nuovo pannicello caldo, la classica goccia nel mare”.
Lepre che tra le altre cose è presidente della commissione reti e distretti produttivi dell’odine dei dottori commercialisti di Napoli, ha poi continuato: “Le intenzioni del Decreto Aiuti bis, oltre all’aumento della liquidità, prevede interventi come l’aiuto anti-inflazione realizzato con il primo decreto Aiuti e riproposto ; il bonus da 200 euro per i redditi fino a 35mila euro; la proroga degli sconti da 30,5 centesimi al litro per accise e Iva sui carburanti, per i quali c’è un tira e molla che sta dividendo la politica, nonostante siano oggettivamente misure da finanziare subito”. “Tutti interventi - ha poi continuato Lepre - importanti ma la vera chiave di volta dell’economia nostrana resta una seria riforma fiscale che parta dall’Iva, alla quale il Mef sta già lavorando, in vista della legge di bilancio”. Il noto economista ha poi sottolineato: “l’ipotesi Decontribuzione è fondamentale. un’agevolazione temporanea che durerebbe da luglio a dicembre 2022 e che andrebbe a sostituire lo strumento dell’indennità una tantum.
La decontribuzione - chiarisce Lepre - arriva su istanza dei sindacati che hanno espressamente richiesto lo stop ai bonus e l’avvio di riforme strutturali per abbassare i costi del lavoro. Su questo versante la misura potrebbe essere introdotta per quei settori o quelle aziende che non rinnovano i contratti perché in difficoltà”.
Lepre ha poi concluso: “Fondamentale è che il nuovo pacchetto di misure non si occupi solo degli aiuti fiscali già scaduti, a partire dai crediti d’imposta per le imprese, ma anche di quelli oggi previsti fino al 30 settembre come il bonus sociale sulle bollette e il taglio degli oneri di sistema, ma anche di semplificazione fiscale, magari partendo da un restyling della disciplina sulla cessione dei crediti prodotti dai bonus edilizi. Ultimo teorema è sicuramente quello sulla defiscalizzazione perché come è arcinoto a tutti, la pressione fiscale in Italia è la più elevata d’Europa, quindi riconsiderare il sistema fiscale nel suo insieme, vuol dire dare una seria possibilità al Paese di rinascere”.