Monteforte Irpino

Un’azione violenta durata tre secondi soltanto. Una frazione di tempo così piccola, bastata purtroppo per uccidere Yuancheng Gao, il commerciante cinese ucciso nel suo negozio di Monteforte Irpino dal 24enne Robert Omo. Un gesto folle e inquietante registrato dalle telecamere di sicurezza del negozio della stessa vittima, visionate il giorno dopo il delitto dagli avvocati di parte e dal magistrato inquirente. Le immagini hanno cristallizzato tutta la scena. Il giovane nigeriano è entrato nel negozio da poco aperto. Ha preso due martelli e si è diretto verso la corsia dove era presente il titolare che aveva un carrello per sistemare la merce, Robert Omo senza dire una parola, si è scagliato contro e in tre secondi lo ha stremato al suolo. I colpi li ha ricevuti successivamente anche il cliente bulgaro che ha visto la scena ed ora si trova ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Moscati di Avellino.

Intanto, domani mattina si terrà l’interrogatorio di garanzia. Robert, affiancato dal suo avvocato Nicola D’Archi e con l’aiuto di un interprete nominato dalla procura, la dottoressa Francesca Mirella Bruno sarà ascoltato dal gip Francesca Spella. L’interrogatorio è fissato per le 9,30 presso il carcere di Bellizzi, dove il 24enne è detenuto da sabato scorso, giorno del suo arresto. Il giovane nigeriano ha un passato problematico e al momento del fermo era farneticante. Non ha mai spiegato i motivi del gesto, semmai ce ne fossero. In un primo momento diceva di averlo fatto perché aveva perso il lavoro, poi ha anche detto che l’ha fatto perché hanno ucciso la madre. Entrambe le motivazioni, però, non trovano riscontro.

Intanto la famiglia del commerciante, rappresentata dagli avvocati Costantino Sabatino e Paolo Rotondi, chiede soltanto di avere giustizia. 

Monteforte Irpino, intanto, ricorda Franco, così lo chiamavano tutti, con lumini e fiori davanti al suo negozio. Il vice direttore della Caritas, la struttura che negli ultimi tempi accoglieva Robert, don Vitaliano Della Sala racconta: "Ultimamente conduceva una vita sregolata, siamo a disposizione della magistratura per capire i perché di questa tragedia. Negli ultimi giorni usciva alle dieci di sera e rientrava all’alba ma non si è mai contraddistinto per episodi di violenza fino a quando l’altro giorno non ha sferrato un cazzotto a un nostro collaboratore. Anche noi vogliamo vederci chiaro e trovare risposte ai tanti perché”.