Caro Nicola, da alcuni mesi hai reso più soli i tuoi cari e i tuoi amici. Quando un compagno di classe del Liceo se ne va per sempre, sparisce anche una parte di noi. E' il segno che il ciclo vitale ha imboccato la via discendente, c'è poco da farsi illusioni quando valichi il muro dei 60 anni.
Caro Nicola, ti scrivo per raccontarti ciò che è accaduto dopo averti ricordato. Stavo lavorando, il telefonino ha trillato all'improvviso, mi sono chiesto chi fosse dal momento che il numero era sconosciuto. Ho risposto, all'altro capo c'era tuo figlio. Aveva letto le parole che ti avevo dedicato, voleva ringraziarmi. Sono rimasto colpito, gli ho detto che non c'era alcun motivo per farlo, che quelle poche righe erano servite anche a tranquillizzare un po' la mia coscienza, appesantita dal mancato rispetto di un impegno che avevo preso con lui e con gli altri.
Ci saremmo dovuti rivedere a Matera dopo tanto tempo, avremmo dovuto scherzare tutti insieme, ma io non ce l'avevo fatta. Il tuo ragazzo lo sapeva, il suo gesto mi è sembrato bellissimo, e non perchè avesse una qualche minima forma di dovere nei miei confronti. E' come se, attraverso la mia voce, abbia deciso di non recidere i rapporti con il passato di suo padre anche con chi, come il sottoscritto, abita a distanza.
Caro Nicola, lui ti adorava, ti adora. Gli manchi, manchi a chi ti vuole bene. Mancano il tuo sorriso bonario e le battute sferzanti. Hai un figlio splendido con il quale sono rimasto in contatto. La sua inflessione mi riporta ai meravigliosi tempi andati, a te che con il tuo esempio hai lasciato una eredità magnifica.