Dall'1 al 31 agosto sono sospesi i ricoveri per interventi chirurgici in regime ordinario e in day hospital agli Ospedali Riuniti della Penisola Sorrentina - Sorrento e Vico Equense - fatte salve le urgenze.
La disposizione del primario di chirurgia Pietro Gnarra approvata dal direttore sanitario Giuseppe Lombardi prevede che per lo stesso periodo i chirurghi che operano a Vico Equense vengono trasferiti a Sorrento per fronteggiare la carenza di unità disponibili dovute alla necessità di garantire che il personale in servizio possa svolgere i periodi di ferie.
Una disposizione che non è una novità visto che negli anni passati la sospensione dell'attività avveniva nel periodo 15-25 agosto per le stesse ragioni.
La decisione però sta allarmando i cittadini di Vico Equense, per il momento quelli che seguono più direttamente le vicende legate al funzionamento dell'Ospedale "De Luca e Rossano", che temono possa trattarsi della stessa operazione che ha portato alla chiusura del Pronto Soccorso quando nell'emergenza covid si dispose l'aggregazione del personale a quello di Sorrento.
Eventualità che si affrettano a smentire gli addetti ai lavori evidenziando che la chirurgia vive un momento di particolare criticità potendo contare allo stato su sette chirurghi in servizio a Sorrento di cui due esonerati dall'ordinaria attività e cinque chirurghi a Vico Equense con un esonero.
Per di più c'è da fare i conti con qualche pensionamento e con la turnazione che rende particolarmente complicato garantire il funzionamento contestuale dei due presidi chirurgici. A Vico Equense resta però funzionante la Guardia Attiva e dal 16 agosto è previsto l'arrivo di un chirurgo aggiuntivo proveniente dall'Asl di Salerno che sarà destinato al reparto che, da settembre, sarebbe quindi in condizione di riprendere a funzionare regolarmente.
La carenza di personale medico si sta rivelando il tallone d'achille del nuovo corso sanitario non solo nell'Asl Napoli 3 Sud, ma in tutta la Regione Campania ed è un fenomeno che riguarda in generale la sanità italiana che sconta gli effetti di una politica rivelatasi inadeguata a fronteggiare la domanda del SSN, tanto più di fronte a situazioni impreviste come lo è stata la pandemia.
In più si registra una costante fuga dei medici dal servizio pubblico per cui quelli che continuano ad operare negli ospedali sono costretti a sopportare turni estenuanti con l'impiego nei pronto soccorso anche di unità addette ad altri reparti. Insomma, se da un lato si investe nell'ammodernamento della rete ospedaliera e nella realizzazione di un piano di sanità territoriale coerente con le linee del PNRR, dall'altro il problema più scottante resta quello del personale medico e infermieristico che è sottodimensionato, addirittura non partecipa ai concorsi indetti dalle Asl e questo pregiudica seriamente il funzionamento delle strutture risolvendosi in un grave danno per l'utenza.
Se poi a queste problematiche si aggiungono vicende di cronaca come quella di qualche giorno fa che ha portato al sequestro di circa 4 mln di euro a carico di un dirigente sanitario dell'Asl Na1 che, manipolando le gare in favore di alcune imprese, si è appropriato indebitamente di cosistenti risorse finanziarie della PA, allora si comprende come il cammino verso una sanità migliore, più qualificata e più attenta alle esigenze dei cittadini, meno condizionata dalla politica è ancora lungo con tutte le conseguenze che abbiamo sotto gli occhi e le criticità che siamo costretti a sopportare.