Pollica

“Non è per noi una novità ma una constatazione che avevamo ragione, indagare dei carabinieri e un colonnello che ha una storia particolare, anche familiare,  fa capire che la magistratura non ha guardato in faccia nessuno. Quindi tanto di cappello al procuratore Borrelli e al pm Leonardo Colamonici, perché non si sono fermati davanti a nulla.

Quando lo Stato è rappresentato da questi uomini, di questa levatura culturale e umana, significa che lo Stato è forte”. Sono le parole di Dario Vassallo, fratello del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, ucciso il 5 settembre del 2010 a colpi di pistola mentre rientrava a casa. Un delitto irrisolto da 12 anni che, nelle ultime ore, ha visto una svolta nelle indagini grazie alle nove persone indagate a vario titolo, tra loro 3 carabinieri, per omicidio e associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga.

Sono i reati contestati dalla Procura di Salerno. L'ipotesi investigativa è che Vassallo sia stato ucciso perché voleva rendere noto un traffico di stupefacenti che gravitava attorno al porto turistico di Acciaroli e di cui era venuto a conoscenza. “Credo che inizi una nuova era per il Cilento – continua Dario Vassallo, presidente della Fondazione Angelo Vassallo – questo è soltanto l'inizio di una tragedia che colpirà tutto il territorio”.

Vassallo ha poi lanciato accuse al territorio che non avrebbe sostenuto la battaglia per la ricerca della verità sul delitto. “A luglio 2021 la Commissione Antimafia è venuta ad Acciaroli, non c'erano però il sindaco di Pollica e le altre fasce tricolori, era presente solo il primo cittadino di Roscigno Pino Palmieri. Ritengo che quando si contrasta la Fondazione Angelo Vassallo si contrasta la ricerca della verità. Voglio ricordare che la Fondazione non ha una sede nel comune di Pollica, perché è stata cacciata”, conclude duramente Vassallo.