Flumeri

Mille autobus in portafoglio e solo 41 prodotti in 10 mesi. Crisi finanziaria e massa debitoria in forte crescita.

Su questi temi si è sviluppato il direttivo della Fismic/Confsal riunito questa mattina a Flumeri.

Giovanni Garofano RSU e Vicesegretario Provinciale della Fismic nell’introduzione alla riunione non ha nascosto la forte preoccupazione che serpeggia in fabbrica. Viviamo un paradosso per cui abbiamo le commesse e non riusciamo a produrre.

Le conseguenze le abbiamo sopportate con 16 settimane di cassa integrazione e un taglio della retribuzione del 30% .
Bisogna fare chiarezza prima che sia troppo tardi.
La crisi di questa azienda dichiara il segretario generale Giuseppe Zaolino viene da lontano.

Il triennio 2019/20/21 doveva essere il tempo giusto per rilanciare la società dopo il tentativo fallito da Del Rosso.
Trentuno milioni di euro per fare gli investimenti e organizzare la produzione con l’appoggio di Invitalia e Leonardo non son bastati per il rilancio della società.

I numeri parlano di un fallimento produttivo che non può essere nascosto.
Per il 2022 erano previsti 750 autobus da produrre per raggiungere il pareggio di bilancio, invece ci siamo fermati a 41 e forse entro dicembre si pensa di arrivare a 200.

Con questi numeri continua Zaolino si rischia di andare a sbattere.
L’ultima riunione con la direzione aziendale ha evidenziato ancora problemi con l’indotto.

Ogni mese la società accumula massa debitoria e non sappiamo fino a quando Invitalia e Lenardo sosterranno finanziariamente la società.
Con la caduta del Governo Draghi la situazione si è aggravata e qualcuno potrebbe pensare di scaricare la società privatizzandola e mettendo a rischio 600 posti di lavoro.

Per l’Irpinia l’autunno caldo inizierà con la vertenza IIA e sarà anche il tema della campagna elettorale in corso