Lioni

Verrà rimesso nelle mani dell'arcivescovo Pasquale Cascio dell'arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia lo storico Santuario di San Rocco a Lioni. Nessuna chiusura dei complessi ma solo e semplicemente come sta accadendo anche in altre realtà italiane e campane il ritiro sofferto dei frati francescani. Lioni, esattamente come Montecalvo Irpino e San Giorgio del Sannio. Progettato dall’architetto Giovanni Muzio, il santuario domina nella piazza del paese, venne raso al suolo dal terremoto del 1732 e dal disastroso sisma del 1980. Ma si è sempre rialzato e per il popolo lionese, la cui devozione è forte a San Rocco rappresenta un autentico simbolo di rinascita da sempre, insieme alla croce di Gerusalemme che svetta sulla cupola del Santuario.

Il ministro provinciale dei frati minori padre Antonio Tremigliozzi con il suo definitorio ha attuato alcune indicazioni emerse nei lavori dell’ultimo capitolo e che riguardano la riduzione, seppur a malincuore dei frati francescani sul territorio. Non è stato in pratica possibile, assicurare la formazione di comunità numerose come viene richiesto a livello generale ai frati dove sono presenti. Da qui la decisione di chiudere Lioni, ma non di cessare la cura spirituale in questo momento affidata al vescovo  e al suo vicario, nonché parroco di Lioni don Tarcisio Gambalonga.

“Da parte della diocesi c’è la massima disponibilità.  E’ un punto importante per noi il Santuario di Lioni - spiega don Tarcisio, come sempre cordiale e disponibile - dispiace che i frati abbiamo fatto questa scelta. Oggi purtroppo le vocazioni sono drasticamente diminuite. E loro a malincuore hanno detto non ce la facciamo più.”

Una decisione completamente autonoma, senza alcuna richiesta di pareri, confronti. Al parroco don Tarcisio, un peso in più, una ulteriore responsabilità per coordinare chi verrà ad offrire un aiuto.

Di certo conclude il parroco: “Non è il tempo delle polemiche sterili che creano inutili tensioni ma quello di dire grazie, un riconoscimento ai frati, un gesto di gratitudine, per tutto quelli che hanno fatto di bene in questi anni. Ora è importante, proseguire un impegno di vita secondo lo stile francescano di perfetta letizia. Dobbiamo assicurare il minimo. Ed è su questo che lavoreremo. E’ ora il tempo della gratitudine e di un cammino nuovo. Mi farò in quattro perché ogni cosa venga portata avanti secondo le tradizioni che ben conosco. Non vi è nessun pericolo.”

Decisione dunque irremovibile, ed è ciò che sta accadendo anche in altre parti d’Italia, in conventi storici. E a Lioni, i frati, hanno avuto l’onestà di dire: “non ce la facciamo più.”