Benevento

Non mi candido, ma saremo in ogni collegio per spostare gli equilibri”. Così Clemente Mastella, sindaco di Benevento, dominus di Noi di Centro di cui oggi ha presentato il simbolo a Napoli in vista delle elezioni, nonché “ultimo democristiano d'Italia” come ha ricordato nell'occasione.
Già calato appieno nella campagna elettorale e forte anche del consenso oggi a volumi massimi nel Sannio, Mastella ha dichiarato che lui personalmente non ci sarà “Ho un impegno con la comunità di Benevento, sarebbe ingiusto dimettermi visto che mi hanno votato meno di un anno fa”.


Ma ci sarà Noi di Centro, che un sondaggio i cui risultati sono stati illustrati nel corso della conferenza, ha buoni consensi in Campania (8 per cento), Puglia e Molise (5 per cento) e Basilicata (4 per cento).
Perché per Mastella la chiave, con la legge elettorale attuale, è il consenso territoriale: “Siamo un partito territoriale, oggi conta poco francamente prendere qualcuno che viene da altre parti perché sposta pochi consensi. Noi ci presenteremo nelle quattro regioni menzionate dal sondaggio ma non solo: nei collegi nulla è scontato e noi possiamo spostare gli equilibri. E ovviamente saremo anche nei plurinominali”.


Il contesto è ovviamente quello del centrosinistra: “Ma Letta deve essere inclusivo – dice Mastella – e non esclusivo: non ci devono essere veti anche perché poi Letta sa benissimo che se va male il giorno dopo sarà il primo ad essere fottuto. Il centrosinistra può vincere a due condizioni: se ci crede davvero e con un programma vero, noi ce la giochiamo sul piano territoriale, altri non possono farlo, e se vanno da soli non prendono un parlamentare. Letta deve dire che sono tutti dentro. Anche perché nel nord c'è incazzatura enorme per Lega che ha fatto cadere draghi: questi non voteranno per centrosinistra, non voteranno proprio e quindi l'occasione per vincere c'è, stando uniti”.
Un'alleanza però che non deve partire dal presupposto di essere contro Meloni, con lo spauracchio della leader di Fratelli d'Italia: “Non bisogna fare la battaglia a Meloni perché di destra, agitando lo spauracchio del “nero”, altrimenti si fa una martire e prende più consenso di quello che ha, e che ha legittimamente costruito peraltro. Bisogna fare un programma alternativo a partire dall'agenda Draghi, che va mutuata per alcune cose ma emendata o rimpolapata su alcuni aspetti, come le diseguaglianze che saranno parte principale del nostro programma”.


Poi un pensiero su Berlusconi e Forza Italia: “E' un partito moderato, ma ormai minoritario e in contesto di destra, non di centrodestra. Ha detto che se vince porta pensioni a mille euro? Io a mille e dieci, con due milioni di alberi...così si può dire tutto”.
E infine il suggerimento a Letta: “Niente veti, perché l'ultima volta che il centrosinistra ha vinto è nel 2006, grazie a me. E se oggi vince la destra cambia la costituzione e fa il presidenzialismo: oggi siamo una chiave per la libertà”.