Benevento

Quelli che sanno tutto ci spiegano che si tratta di un'assoluta novità, che non era mai capitato che una campagna elettorale si svolgesse in piena estate. Ce ne faremo una ragione, è proprio vero che non ci facciamo mancare niente. Siamo un Paese al quale non è stato risparmiato alcunchè, cosa volete che siano le voci fastidiose che ascolteremo – per chi ne avrà voglia – per un paio di mesi, i messaggi che rimbalzeranno attraverso gli altoparlanti degli organi di informazione, magari mentre siamo sdraiati su un lettino al mare o mentre stiamo addentando una fetta di anguria fredda.

Siamo ormai abituati a tutto, anche la rabbia, che pure potrebbe sgorgare in determinate occasioni, ci scivola addosso come l'acqua della doccia, stando attenti a non consumarne troppa, di acqua. La rabbia ha lasciato il posto, da tempo, ad una forma di rassegnazione che accompagna quotidianamente le nostre esistenze, scandite dagli allarmi periodici. La guerra della Russia contro l'Ucraina sembra un lontano ricordo, chi ricorda più i volti delle vittime e quelli degli inviati che per alcuni mesi hanno raccontato un conflitto terribile? E la pandemia? Tutto passato, sì c'è preoccupazione per il numero dei contagi e per una nuova ondata autunnale, ma anche il Coronavirus siede sulle poltroncine in terza fila degli studi televisivi.

Signori, c'è la crisi di governo, menabò e palinsesti vanno aggiornati, per il resto ci sarà tempo, magari tra uno spot pubblicitario e l'altro. Adesso, sia chiaro, tocca ai 'nostri eroi' che, comodamente seduti sull'agiatezza della loro condizione, frutto solo del caso, ci bombarderanno con le loro promesse. Hanno già iniziato, i social sono già stati invasi da troll che al massimo scatenano il sorriso. Non so se faranno a gara per chi la spara più grossa, di una cosa sono certo: abbiamo un maledetto bisogno di serietà e di competenza, non di parolai che attraverso slogan e tortuose circonlocuzioni nascondono l'assenza di un pensiero.

Abbiamo bisogno come l'aria di gente che non ci prenda ancora per i fondelli, che, partendo dalla drammaticità della situazione, offra una possibile soluzione ai problemi da affrontare. Una soluzione realistica, senza voli pindarici, indicando dove prendere i soldi che servono. Tutto il resto è fuffa da cialtroni, magari buona per una risata sotto l'ombrellone, in un Paese che ha mandato a casa, per quel che vale il mio giudizio, l'italiano più autorevole del mondo, perchè la politica, è stato detto, ha scelto di riappropriarsi del proprio ruolo e di accantonare la cosiddetta tecnocrazia. Bene così, ma dobbiamo intenderci: quale politica? Un interrogativo che rifugge qualsiasi implicazione moralistica e rimanda ad un sogno: una politica che parli di futuro. Perchè il presente, purtroppo, lo conosciamo già. Ed è desolante.