Pontecagnano Faiano

Negli ultimi mesi, la manutenzione e il verde pubblico hanno tenuto banco come argomento primario del dibattito pubblico nella città di Salerno. Proprio sul verde, ci sono associazioni che lottano e lavorano, con grande sforzo, per riqualificare e valorizzare al meglio questi spazi. Oggi parliamo con Giuseppe Mancini, presidente del Circolo "Occhi Verdi" di Legambiente, attivo a Pontecagnano Faiano. Circa vent'anni fa, Legambiente è riuscita a farsi carico del Parco EcoArcheologico di Pontecagnano: uno degli spazi più belli e incontaminati della zona. Da quel momento, la zona è stata completamente riqualificata (un tempo veniva "adibita" a discarica abusiva), grazie alle tante attività che si svolgono nel parco e alla coltivazione di quasi cento orti sociali. In queste settimane, il Parco ospita la decima rassegna del Cinema al Verde, nata proprio dal sodalizio tra Legambiente e il Teatro Mascheranova (unico teatro presente in Comune).

Tracciamo in primis un bilancio di come Legambiente abbia riqualificato e valorizzato questo parco, che anni fa veniva utilizzata come discarica abusiva.

Ad essere precisi diciamo che,dopo l'apertura ufficiale del Parco Archeologico e chiuso dopo un mese per gli elevati costi che comportava, divenne luogo di abbandono di rifiuti, di eroinonani e tanto altro, e da un luogo di elevato potere attrattivo culturale e ambientale divenne un detrattore per la comunità. Noi nel 1999, come circolo Occhi Verdi di Legambiente, decidemmo di rimboccarci le maniche e assumerci la grande responsabilità di tenere aperto questo luogo di grandissimo pregio scientifico. Infatti, in ambito archeologico è considerato un luogo di importanza fondamentale per l'elevato interesse storico: gli Etruschi che abitarono questi luoghi erano quelli più a Sud, infatti vengono oggi definiti Etruschi di Frontiera. Penso che siamo stati i primi in Italia ad aprire in forma assolutamente volontaria un sito archeologico 365 giorni l'anno. E per renderlo ancora più attraente, e sopperire alla non scenicita' immediata, abbiamo realizzato una serie di cose più attinenti alla missione di Legambiente: Orti sociali, Centro educazione ambientale, Biblioteca all'aria aperta, Palco per eventi, Forno didattico, Giardino dei Sensi, Orti didattici e molto altro.

Il tema del verde pubblico è sempre più sentito. La sensibilità ambientale, in generale, sembra essere aumentata. Percepite un cambiamento da parte sia delle Istituzioni che della cittadinanza?

Certo, durante e nel post pandemia i luoghi open sono diventati fondamentali per la socialità ma dal primo momento abbiamo puntato su questo aspetto. Infatti oltre agli orti abbiamo due piccole serre, uno per la produzione di semi orticoli autoctoni e un'altra per produrre talee di piante aromatiche coniugando l'aspetto ambientale e sociale svolgendo queste attività con Anziani ortolani, con ragazzi diversamente abili, ragazzi del Servizio Civile, persone che svolgono una Messa alla prova.

Il Cinema al Verde è giunta alla sua decima edizione ed è una delle manifestazioni che, forse, riesce maggiormente a valorizzare e promuovere il parco. Come nacque questa idea e che ruolo ebbe Legambiente?

il Cinema al Verde è sicuramente frutto di un rapporto di collaborazione di vecchia data con Mascheranova prima e poi con l'associazione Foroscenica, che si coniuga perfettamente con la nostra idea di gestione di un bene comune, cioè gestione di un luogo promuovendolo tenendo in mente che l'offerta dev'essere prima di tutto culturale. E sicuramente questa condivisione di obiettivi ha coniugato questo lungo e duraturo rapporto.

Avete ricevuto o ricevete un supporto adeguato da parte delle Istituzioni per quanto concerne la gestione del parco o le problematiche che possano sorgervi?

Purtroppo registriamo una poca attenzione delle istituzioni ad una serie di difficoltà che quotidianamente dobbiamo affrontare. È emblematico il fatto che dopo 23 anni di apertura esista un solo cartello stradale comunale che indica il Parco. Ne abbiamo apposto qualcuno noi non in maniera "legale". Registriamo una mancanza di visione per un potenziale attrattore della nostra comunità.

Ecco, proprio ttorno al parco Ecoarcheologico sembra essersi creata una vera e propria comunità, tra gli orti sociali, il forno e le arnie. Come è stata creata questa rete?

Certo è una comunità vera che abbiamo creato con dei rapporti veri e come ci dice qualcuno con degli "entusiasmatori" che sollecitano e stuzzicano gli interessi e le passioni di tante persone. Abbiamo 100 orti formati non da 100 ortolani ma da 100 famiglie che ne fruiscono, ragazzi del Servizio Civile, associazioni e comunità di persone diversamente abili, persone che vengono per svolgere messa alla prova, ex detenuti, scolaresche, proprietari di cani che fruiscono della nostra area sgambamento fino agli arcieri nell'area del tiro con l'arco.

Come circolo attivo sul territorio, dove rilevate le maggiori criticità in merito al verde e come si dovrebbe intervenire?

Ovviamente siamo attivi sul territorio con una serie di campagne nazionali, Festa dell'albero, M'illumino di meno, Beach Litter, Operazione Spiagge Pulite, Puliamo il Mondo, la nostra classica passeggiata in bicicletta Ciclamina (giunta alla 35 edizione), e ancora Camminamina, passeggiata sui luoghi dei ritrovamenti archeologi più interessanti, Notte di San Lorenzo, evento organizzato da da 15 anni con il Cana sull'osservazione delle stelle, oltre alla gestione di un'altro bene comune come la GreenStation.

Sono tante attività. Per chiudere, quali progetti avete in cantiere per il Parco?

Il Parco è un cantiere sempre aperto agli stimoli che arrivano dalla società, abbiamo orecchie e occhi sempre vigili su quello che si muove intorno a noi e nel Mondo. Sicuramente le arnie con le api, il rilancio della nostra Ciclofficina, l'idea di Orti condivisi, promozione di Concerti e rassegne teatrali, insieme a Mascheranova, un'ulteriore implementazione del già intenso rapporto con gli Scout sono obiettivi che giorno dopo giorno costruiamo. E come ci ripetiamo spesso fra noi la gestione del Parco non è un privilegio ma il nostro militante impegno civile quotidiano per la collettività.