«Il Pnrr per la sanità rischia di essere una grande operazione propagandistica, una presa in giro, non aspettatevi nulla di sostanziale». E' molto più che pessimista, il governatore De Luca.

Una sentenza senza possibilità di appello quella del presidente della Regione Campania rispetto alla misura 6 del Piano di ripresa, che mette quasi 20 miliardi per rilanciare la sanità territoriale “ma senza prevedere le risorse per pagare il personale. In Campania sono previsti 171 nuovi ospedali di comunità, ma mancano all'appello almeno 10mila unità di personale sanitario e medico. Quando abbiamo chiesto come intende agire il “sedicente ministro della salute”non ha risposto, anzi quando abbiamo avuto un’interlocuzione con il capo di Gabinetto del ministero dell’Economia, il rappresentante del Mef ha detto che non è in grado di garantire nessun finanziamento. Noi così non facciamo altro che prendere in giro il Paese”.

In sostanza De Luca ha invitato i suoi a non farsi troppe illusioni sul Pnrr. Un quadro impietoso, scoraggiante, che il governatore ha illustrato nel corso del dibattito organizzato da “Le Meridionali”, associazione presieduta da Gabriella Fabbrocini, nella sede dell’Unione industriali di Napoli, alla quale hanno preso parte, oltre al governatore De Luca, anche il sindaco Gaetano Manfredi, i responsabili delle diverse realtà sanitarie della Campania e ricercatori impegnati nelle comunità scientifiche.

Al tavolo dell'iniziativa l'organizzatore on. Raffaele Calabrò, Rettore Campus Biomedico Roma con il rettore della Federico II, Matteo Lorito, il presidente Agenas Enrico Coscioni, Costanzo Iannotti Pecci Presidente Unione degli Industriali, Maddalena Illario del Dipartimento di Sanità Pubblica/UOS Ricerca & Sviluppo Università/AOU Federico, Antonio Postiglione DG Assessorato Sanità Regione Campania.

Il Governatore rilancia la sua crociata sulla ripartizione dei fondi. “Una “rapina” di 220 milioni di euro in meno sul riparto del fondo sanitario nazionale”.

In sede di conferenza Stato-Regioni la Campania ha avanzato da tempo la richiesta di rivedere i criteri di assegnazione dei fondi. Alla fine una novità è arrivata, “ma sembra più una presa in giro – ha commentato il presidente - Alla Campania dovrebbero andare le stesse risorse basate sulla spesa storica per il 99 per cento, mentre per l’1 per cento in base alla deprivazione sociale e all’aspettativa di vita. Solo l'1 per cento! Così si calpesta la dignità di un’intera regione. Poi non dite che ho un cattivo carattere...” .

De Luca, che si definisce un “pacifico guerriero”, sul fronte della sanità non è disposto a fare passi indietro. Lo sforzo compito durante la pandemia (“Sfido chiunque a governare questa regione con 10mila unità in meno e la densità di popolazione più alta d'europa”) non tralascia l'altro grande problema: i tetti di spesa e il ruolo dei laboratori privati

“In molti centri diagnostici mi dicono che le analisi le fanno pagare già da 5 del mese. E' intollerabile. Manderemo la finanza. Se c'è qualcuno che intende ricattare la Regione lo dico subito: non perdete tempo – avverte – Controlleremo uno ad uno tutti i laboratori”.