"Abbiamo avuto esperienze rispetto alle quali il gruppo dirigente nazionale del Pd non pensava a quale potesse essere il dirigente o la figura amministrativa in grado, per la sua storia e per le cose fatte, di governare qualcosa, di cambiare la realtà. Questo è avvenuto fino all'ultima campagna elettorale per le regionali, dove esponenti significativi del Pd hanno lavorato per mesi per fottere De Luca e candidare Sergio Costa dei Cinque Stelle. Mica pensavano alla Campania, a chi poteva avere l'esperienza per reggere. Per mesi facevano finta di non vedere, di non sentire, e lavoravano sott'acqua".

Lo ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, dal palco della Festa dell'Unità del Pd di Napoli. "Questo meccanismo di selezione dei gruppi dirigenti - ha aggiunto De Luca - è quello che Gramsci definiva la storia del grande uomo e del cameriere: fare il vuoto intorno per emergere e distinguersi. Per tanti dirigenti nazionali il problema non è individuare le forze in grado di dare sostanza culturale, politica e organizzativa a un partito. La selezione dei gruppi dirigenti non avviene sulla base del radicamento che si ha nei territori".

Secondo De Luca "ci sono dirigenti che hanno perduto nei loro territori tutto quello che si poteva perdere, e fanno i dirigenti nazionali. Oggi le funzioni dirigenti nel Pd si definiscono sulla base di logiche di correnti, di sottocorrenti e di tribù. E' il punto supremo di sviluppo del correntismo. Il Pd ha assunto il peggio del Partito comunista e il peggio della Democrazia cristiana: il centralismo burocratico del Pci e il correntismo deteriore della Dc. Non ha assorbito le cose migliori, il senso dell'organizzazione e della militanza dei vecchi comunisti e la cultura della persona, del personalismo del cattolicesimo democratico, per cui a volte ci presentiamo come una banda di sciamannati, e troppi dirigenti del partito impiegano il 99% del loro tempo non ad affrontare e risolvere i problemi, ma a costruire sistemi di relazioni, a Roma soprattutto. A me questa cosa fa schifo".