Salerno

Sequestrate le pedane amovibili negli spazi che il Comune di Salerno ha dato in concessione agli imprenditori balneari, scoppia la polemica. In azione i vigili urbani ed i finanzieri.

"Infatti il Comune di Salerno nel disciplinare per l'affidamento dei servizi pubblici su tratti di arenili liberi non in concessione per la stagione balneare 2022, allegata le planimetrie per una superficie occupata di 40mq, e dove all'art. 6 il comune avrebbe installato un chiosco e bagni chimici, salvo poi scoprire dopo i pagamenti effettuati, che il chiosco non era a copertura di 40mq ma solo di 12mq ed i bagni posizionati distanti per problemi logistici e di pulizia. I concessionari hanno richiesto, verbalmente che fosse coperta l'intera superficie di 40mq con una pedana al fine di consentire il posizionamento del chioschetto, dei bagni ed il ricovero delle strutture balneari da fittare, cosa che è stata fatta alla stipula del contratto con allegata la planimetria indicante la superficie dei 40mq. Stranamente, pur avendo rappresentato il tutto ed avendo acquisito anche il contratto stipulato tra il Comune e la Capitaneria dove di autorizza la superficie di 40mq con strutture amovibili, la situazione non è cambiata, il sequestro c'è stato". Questa la denuncia che arriva da Anva Confesercenti.

"A questo punto è evidente che non si può fare impresa in questo modo, operatori che partecipano ad un bando tirando fuori migliaia di euro per non poter esercitare, a rischio di denunce perché gli uffici tra di loro si rimbalzano la competenza, le leggi che difendono i diritti dei partecipanti vengono disattese, il servizio reso, anche se migliorativo viene preso come un punto di illegalità - spiega Aniello Ciro Pietrofesa -. L'esempio più eclatante è stata la rimozione di una pedana appoggiata sulla spiaggia al fine di permettere alle persone diversamente abili di poter usufruire della spiaggia e avvicinarsi al mare, anche qui sono state rimosse queste pedane ed una signora disabile che lamentava il fatto di non poter raggiungere il mare perché disabile, gli è stato risposto dagli agenti di rivolgersi ai servizi sociali".

Il braccio di ferro, spiega Anva Confesercenti, è solo all'inizio: "A questo punto gli operatori colpiti da questo strano sequestro agiranno per vie legali in tutte le sedi a tutela della loro impresa e per far prevalere le loro ragioni, se il Comune entro pochi giorni non darà ampie garanzie di rispettare il contratto stipulato e garantire la superficie dei 40mq (la pedana e stata fatta a carico degli operatori al di fuori dei soldi già versati al Comune) lunedì chiuderanno i chioschetto e riconsegneranno il tutto al Comune con una richiesta di risarcimento danni. Riscontriamo che in questa città chi vuole fare impresa nella legalità viene tartassato, criminalizzato e sanzionato, mentre chi opera nella illegalità viene ampiamente premiato".