Salerno

Questa mattina, a Palazzo di Città, si è tenuto il terzo dei quattro tavoli tecnici in programma per verificare l’eventuale nesso di causalità tra incidenza dei tumori e l’attività delle Fonderie Pisano.

Un lavoro fortemente voluto dal presidente della commissione ambiente del comune Arturo Iannelli. Il nuovo incontro ha messo al centro i dati del Registro Tumori della provincia portati dall’Asl, con particolare attenzione ai comuni della Valle dell’Irno.

I numeri portati all’incontro evidenziano un‘incidenza maggiore di alcune patologie tumorali nella città i Salerno rispetto ala provincia, in particolare il tumore dell’intestino tenue, melanoma ed un lieve incremento del tumore al polmone. I dati, però, risultano parziali poiché per molti pazienti è nota la città di provenienza ma non la residenza.

Per questo motivo Arturo Iannelli, presidente della commissione Ambiente, pur ribadendo che non vi è un aumento preoccupante dei casi, ha sottolineato la necessità di georeferenziare i casi. 

"Nell’insieme, i tumori sono secondo gli standard nazionale. Ma ho sempre detto, anche in passato, che per capire meglio la situazione c’è bisogno di uno studio sulla georeferenzazione: questo potrebbe aiutarci a capire se esiste, effettivamente, un “effetto Fonderie Pisano”, ha spiegato Iannelli.

Su proposta di consiglieri comunali Catello Lambiase e Antonio Cammarota, quindi, sarà uno studio affidato alla supervisione dell’Università degli Studi di Salerno ad approfondire i numeri rilevati al registro dei Tumori di Salerno ed illustrati questa mattina e provare a localizzare i luoghi più a rischio della città.

Per il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Catello Lambiase è stato appurato come il registro tumori "abbia dei limiti riguardanti la localizzazione dei pazienti in questione, dei quali è nota la città di provenienza ma non la residenza abitativa". Di qui la proposta di incrociare i dati anagrafici dell’ente affinché si possano localizzare tali patologie nelle vicinanze dell’opificio.

"E’ emerso che tale studio può essere condotto sotto l’egida dell’Università degli Studi di Salerno che, se concorde, potrà coordinarlo in modo da far emergere gli aumenti significativi di patologie tumorali negli abitanti che si trovano attorno alle Fonderie. Peraltro, questo modello potrebbe essere sviluppato anche per altre zone della città per monitorare eventuali aumenti dell’incidenza dei tumori e mettere in atto – di conseguenza - screening mirati. Prima come cittadino attivo, oggi come rappresentante dei cittadini non posso che perseguire ogni atto utile a far emergere l’inquinamento della Valle con i suoi problemi sanitari che sono sotto gli occhi di tutti. Ritengo che le istituzioni debbano far sentire agli enti preposti quali ASL e Arpac la loro determinazione a percorrere qualunque strada che possa far emergere i dati reali dell’incidenza tumorale: le Fonderie Pisano non possono insistere in una zona della città densamente abitata perché incidono negativamente sulla qualità di vita dei cittadini salernitani ed in particolare della Valle dell’Irno. I cittadini chiedono e meritano risposte non più derogabili", conclude Lambiase. 

 Al tavolo era assente il sindaco ancor positivi al covid ma era invece presente l’assessore all’ambiente Natella che ha sottolineato: “In caso di evidenza scientifica, il Comune di Salerno intraprenderà tutte le azioni dovute per chiudere l’impianto. Abbiamo il dovere di tutelare le persone ed il lavoro, e questo è quello che stiamo facendo oggi”. L’assessore ha inoltre ricordato che questo del tavolo è una delle tante iniziative che il Comune di Salerno sta portando avanti per arrivare a trovare una soluzione all’annosa soluzione, non ultima quella del nuovo studio affidato all’Istituto zooprofilattico sulla popolazione residente.

A bocciare ancora una volta il tavolo il comitato Salute e Vita che proprio ieri ha organizzato, in piazza Sant'Agostino, un flashmob con diversi cittadini con mani "sporche di sangue",  ed un focus sulle Fonderie. 

Per il presidente dell'associazione Lorenzo Forte: "E' paradossale che si continui a perdere tempo portando, a nostro giudizio in mala fede, dati generici, quando quelli dell'Istat e del Registro Tumori dell'area intorno alle Fonderie Pisano sono stati già analizzati ed estrapolati e sono già state tratte le conclusioni nelle relazioni peritali di epidemiologi con esperienza e di fama internazionale, che non sono certo burocrati come hanno dimostrato di essere i dirigenti dell'ASL di Salerno.

Oggi sono state rilasciate alla stampa dichiarazioni che riteniamo inaccettabili, ovvero che i dati del Registro Tumori non mostrano alcun allarme". 

"Dall'ASL pretendiamo che faccia il suo dovere: dov'è il registro nominativo delle cause di morte, diviso per quartieri e strade, che dovrebbe essere pubblicato sul sito del Comune di Salerno? Questo tecnica dilatoria adottata sin dal primo incontro del tavolo tecnico ci indigna profondamente ed uccide una seconda volta i nostri morti. Siamo pronti a denunciare in tutte le sedi, sia pubbliche che giudiziarie, il comportamento omissivo di questi Enti e ci chiediamo, a questo punto, a quale logica e a chi rispondono questi signori che ignorano - o fingono di ignorare - documenti pubblici scientifici oggettivi, che sono stati già analizzati ed hanno superato la strada che loro stanno percorrendo adesso in maniera strumentale", conclude Forte.