Avellino

Dopo le dichiarazioni al vetriolo di De Luca è bufera sull'Alto Calore di Avellino. Il governatore, due giorni fa in visita ad Avellino, aveva parlato di anni di gestioni "allegre" per l’Alto Calore . Parole pesate come macigni sull'ente idrico al centro di un delicato momento storico. Vito Guerriero, Antonio Pirone, Faustino Puzo e Vincenzo Capuano referenti sindacali dell'Alto calore  rimarcano le mancante di Palazzo Santa Lucia. I sindacati vanno all'attacco e spiegano: "Pur riconoscendo le “porcherie” prodotte nel corso degli anni in Alto Calore Servizi, vorremmo ricordare al Presidente De Luca, che la Regione Campania è stata edotta più volte di quello che avveniva in passato in ACS, ma non ci risulta alcun intervento concreto da parte della stessa Regione. Non si possono condividere tali dichiarazioni quando l’Azienda Alto Calore Servizi è servita anche per campagne elettorali fuori provincia senza dimenticare consulenze e affidamenti a Società non di certo appartenenti al territorio Irpino/Sannita. Bisognerebbe che tutta la politica si faccia un esame di coscienza invece di limitarsi a scaricare le colpe agli altri". Secondo i sindacati proprio la Regione poco o nulla avrebbe fatto sul caso degli sprechi dovuti alle condotte vecchie e colabrodo.

"Ricordiamo che la Regione Campania ha dimostrato l’ennesima superficialità sulla problematica legata alla dispersione di acqua potabile che ha raggiunto, oramai, considerevoli percentuali, negando il riconoscimento di finanziamenti promessi e deliberati dalla Regione Campania che avrebbero dovuto consentire la sostituzione di determinati tratti di condotte idriche in vari Comuni della Provincia di Avellino e Benevento che oramai risultano essere irreparabili. 

Anche in occasione di questi finanziamenti, la Regione ha preferito avvalersi dell’ipocrisia accusando l’Alto Calore Servizi di non aver prodotto i relativi progetti quando invece è stato dimostrata l’esistenza dei progetti realizzati nei tempi previsti. 

Rileva od ogni fine che la diga di Campolattaro, riceve circa 500 ml di euro dal PNRR e l’Alto Calore Servizi che gestisce 125 Comuni, tra Irpinia e Sannio,  non ha ricevuto un solo euro. 

Al posto di rifare prioritariamente le reti comunali colabrodo,  si preferisce lanciare proclami e dividere un ente che nel bene e  nel male, ha partecipato allo sviluppo di questi territori. 

Questo atteggiamento della Regione Campania dimostra chiaramente che la terra dell’acqua non verrà di certo tutelata ma si sta assistendo ad uno vero è proprio scippo di una risorsa preziosissima che nasce in Irpinia per condurla in altre province tenendo fuori da tutto lo stesso territorio Irpino. Evidentemente bene avrebbe fatto l’Irpinia a seguire i modelli di gestione idrica salernitani dove, guarda caso, tutto risulta perfettamente organizzato (sic!). 

I problemi non si risolvono facendo “lo scarico barile” ma probabilmente bisognerebbe operare concretamente negli interessi della collettività raccontando la verità sulle infrastrutture gestite, sui mancati investimenti storici, che non possono certo gravare sugli utenti.