Scafati

Dalle prime ore di questa mattina, su disposizione del Gip del Tribunale di Salerno, la Guardia di Finanza ha eseguito, tra le province di Salerno ed Avellino, un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di V.C, indagato per una frode fiscale messa in atto nel settore della commercializzazione di prodotti informatici e telefonici. In concomitanza dell’arresto, sono state effettuate anche una serie di perquisizioni presso le sedi di 13 imprese, ma anche le abitazioni di ulteriori due persone, coinvolti a vario titolo nel meccanismo fraudolento e denunciati, per auto-riciclaggio dei relativi proventi illeciti.

Dalle ricostruzioni delle Fiamme Gialle del Gruppo di Salerno, nel corso degli accertamenti coordinati della Procura della Repubblica, il 48enne, formalmente residente in Bulgaria ma che è risultato nei fatti vivere stabilmente a Scafati, è da ritenersi il materiale ideatore e promotore di un sistema illegale che ha consentito, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti (per l’ammontare di oltre 25 milioni di euro), un’evasione fiscale di circa 6 milioni e mezzo di euro. 

La frode sarebbe stata realizzata sfruttando delle società “cartiere” (tecnicamente “missing trader) per l’acquisto, in regime intracomunitario, di notevoli volumi di merce non imponibile ai fini Iva, che proprio poiché beneficiava di tale “risparmio” d’imposta – poteva essere poi rivenduta sul territorio nazionale applicando tariffe molto più vantaggiose della media, portando comunque ad un considerevole guadagno e alimentando, parallelamente, delle condizioni di concorrenza sleale, per la significativa disparità rispetto ai prezzi praticati dalle altre aziende per le stesse tipologie di prodotti.

Sulla base degli elementi raccolti nel corso delle indagini, il Gip, condividendo, allo stato delle investigazioni, le ipotesi investigative, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca di tutti beni nella disponibilità delle società interessate e di quelli riconducibili agli indagati, fino alla concorrenza di un importo pari alle imposte complessivamente evase.