Ancora una denuncia del Sappe, il sindacato autonomo della Polizia penitenziaria su un episodio violento per il quale due agenti sono rimasti feriti nel carcere di Airola. “Ieri un detenuto di origini straniere - denuncia Carmine d’Avanzo, coordinatore nazionale Sappe per il settore minorile - ha creato il panico nella struttura. Ha opposto resistenza per rientrare in cella, ha poi aggredito a calci e pugni un poliziotto (fino a rendere necessari punti di sutura ad una mano per la presenza di schegge di vetro) ed ha dato fuoco alla cella. Follia allo stato puro” tuona il sindacalista che accende i riflettori sull’Amministrazione della Giustizia minorile che “non adotta adeguati provvedimenti disciplinari verso i detenuti violenti e non assegna all’Ipm di Airola un direttore ed un comandante del reparto di Polizia Penitenziaria in pianta stabile, oltre al personale che manca”.
Per protestare contro gli episodi registrati negli ultimi tempi nelle carceri campane, il sindacato autonomo Polizia Penitenziaria annuncia che non parteciperà alla cerimonia celebrativa del 205° anniversario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, che si è terrà domani 1 luglio a Napoli, presso il Centro penitenziario di Seconsigliano, alla presenza tra gli altri del provveditore regionale della Campania Lucia Castellano e delle autorità cittadini, militari e religiose.
“Non ci saremo perché, come diciamo da alcuni anni, per la Polizia Penitenziaria non c’è nulla da festeggiare e la situazione delle carceri italiane sta tornando a livelli allarmanti” il commento del Segretario Nazionale del Sappe per la Campania Emilio Fattorello che poi rimarca “Non capisco perché durante la nostra Festa si prediliga la disamina sulla realtà delle carceri e sulle possibili riforme di intervento piuttosto che valorizzare il ruolo di Corpo di Polizia dello Stato dei Baschi Azzurri. La realtà è che continuano ad aumentare gli episodi violenti all’interno delle carceri italiane: e con il regime penitenziario ‘aperto’ e la vigilanza dinamica, ossia con controlli ridotti della Polizia Penitenziaria, la situazione si è ulteriormente aggravata”.
Il Sappe da tempo sottolinea che “lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno e senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”.
Per questi motivi il Sappe propone di “sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili”.
Poi i numeri snocciolati dal Segretario generale Capece: “solo nel 2021 si sono registrate 1.087 aggressioni contro poliziotti penitenziari, 334 risse, 750 incendi dolosi, 1.274 rinvenimenti di telefoni cellulari e/o SIM e 528 di sostanza stupefacenti, 5.628 segnalazioni per violenze, minaccia, ingiuria, oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale.“Le nostre donne ed i nostri uomini non hanno neppure uno straccio di Taser per difendersi dalle aggressioni dei detenuti violenti”.