San Giorgio del Sannio

Riceviamo e pubblichiamo

In questi mesi i cittadini di San Giorgio hanno dovuto sopportare non solo sospensioni notturne ma anche sospensioni diurne che, in questi giorni stanno diventando sempre più frequenti.

A tale riguardo il gruppo di lavoro del Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio, formato da attivisti, cittadini ed esperti in materia amministrativa e legale, col supporto della Portavoce al Senato Vilma Moronese e dei consiglieri regionali del M5S, continua a fare ricerche e a cercare quelle spiegazioni che nessuno degli Enti preposti ha a tutt’oggi dato.

L’8 giugno scorso è stato inviato ai Comuni soci l'ennesimo fax in cui si annunciano possibili sospensioni anche diurne a causa della chiusura degli impianti di sollevamento di Chiusa e S. Eustachio in Montoro. Ebbene tale chiusura è cosa vecchia!

La chiusura dei suddetti impianti, infatti, fu determinata da problemi connessi all’inquinamento da tetracloroetilene nella falda dell’area Solofrana-Montorese. La presenza del tetracloroetilene è emersa sin dal 2007 (come da rapporto Arpac e Autorità di Bacino debitamente pubblicato ed esternato in un pubblico convegno il 24 aprile 2009). A ciò seguì la chiusura dei suddetti pozzi.Ad oggi, per risolvere il problema, almeno in forma emergenziale, è stato realizzato un bypass di condotta da parte dell’Alto Calore Servizi per l’utilizzo dell’acqua proveniente dalle fonti di Cassano Irpino. Di questo, gli stessi attivisti sono a conoscenza dall'aprile 2014 in virtù di uno scambio di lettere con l'Alto Calore proprio sulla questione dell'inquinamento da tetracloroetilene.

Dunque, l'Alto Calore dopo aver chiuso i serbatoi di Chiusa e S. Eustachio nel 2014 a giugno 2015 ci comunica che il problema delle sospensioni idriche deriva da una chiusura di impianti risalente a più di 1 anno e mezzo fa!

Ebbene, vogliamo comprendere perché, visto che dal 2007 si sa dell'inquinamento ambientale e visto che i pozzi sono stati chiusi nel 2014, a tutt’oggi non è stato fatto niente per risolvere la questione?

Vediamo, dunque, cosa è accaduto nel tempo analizzando il testo dell’interrogazione a risposta scritta presentata dal Portavoce alla Camera Carlo Sibilia in data 30 ottobre 2014 ai Ministri dell’Ambiente e della Salute proprio sul problema dei serbatoi di Chiusa e S. Eustachio.

“L’Aato Calore Irpino ha provveduto alla redazione ed approvazione del piano di messa in sicurezza di emergenza (Mise) il quale comprendeva diverse fasi dalla barriera idraulica per la messa in sicurezza della falda e dell'acquedotto di surrogazione per alimentare le due comunità [prevedendo l’ipotesi di realizzazione dell’acquedotto di surrogazione per integrare il sistema Alto Calore della minore portata disponibile per il blocco dell’emungimento dal campo pozzi del montorese nonché l’ipotesi di realizzazione di un acquedotto emergenziale di integrazione destinato a servire solo i comuni di Montoro e Solofra];

tale piano è stato oggetto di esame nel corso della prima riunione della conferenza dei servizi tenutasi presso la regione Campania il 12 marzo 2014 nella quale emerse la necessità di integrarlo con la redazione di uno studio idrogeologico al fine di quantificare la portata potenzialmente emungibile nella piana con la barriera e successivamente trasferita nel sistema di collettamento dei reflui al depuratore comunale gestito dalla Cogei, nonché un cronoprogramma temporale delle varie opere;

 l'Aato ha provveduto alla nomina dei consulenti dell'università del Sannio per lo studio idrogeologico ed ha redatto le ultime integrazioni con il proprio ufficio tecnico;  il tutto è stato illustrato nella seconda riunione della conferenza di servizi del 30 luglio nella quale, in particolare, si invitava la regione Campania ad autorizzare l'attivazione della barriera idraulica e l'estrazione della falda profonda al fine di ottenere il contenimento della sostanza contaminante e a finanziare le opere previste nel piano di Mise, compreso l'acquedotto di surrogazione per i comuni di Montoro e Solofra;

la dichiarazione scritta dell'ingegnere Montano, consulente a supporto del commissario dell'Aato, a conclusione della seconda riunione della conferenza dei servizi del 30 luglio, evidenzia che la situazione di rischio di inquinamento della falda profonda derivante dai monti di Solofra non risulta attenuata, anzi alla luce delle risultanze dello studio idrogeologico redatto dai docenti dell'università del Sannio si ritiene che il rischio di inquinamento della falda sia tuttora presente, atteso le accertate caratteristiche di permeabilità degli strati superficiali dei terreni della piana solofrana e della fratturazione dello strato tufaceo, ove presente, a ricoprimento dei calcari di base, dove circola la falda profonda.

Da tali strati venivano emunte, fino al manifestarsi del fenomeno di inquinamento di inizio gennaio 2014, certamente dai Campi Pozzi di Chiusa e di S. Eustachio di Montoro, le acque ad uso idropotabile che il gestore Alto Calore impiegava per l'alimentazione dei comuni di Montoro e della Valle del Sabato, nei periodi di magra. …..

la dichiarazione scritta del dottor Galasso, consulente dell'Aato Calore Irpino, a conclusione della seconda riunione della conferenza di servizi del 30 luglio, evidenzia l'urgenza e l'indifferibilità degli interventi di messa in sicurezza di emergenza per cui, ferma restando la necessità di procedere anche al piano di caratterizzazione, si ritiene che la priorità assoluta rimanga la Mise al fine di preservare pubblica incolumità ed evitare l'allargamento dell'area di contaminazione;   ……”

Questo è quanto evidenziato dal punto di vista tecnico, ma veniamo ora alle dolenti note.

Nel marzo 2015, quindi pochi mesi fa, l’Aato Calore Irpino ha comunicato che:”Resta senza attuazione il piano Mise (messa in sicurezza di emergenza) che la norma impone quale fase preliminare e preventiva per evitare l’aggravamento della situazione ambientale. Né sono state accolte le ipotesi di realizzazione dell’acquedotto di surrogazione per integrare il sistema Alto Calore della minore portata disponibile per il blocco dell’emungimento dal campo pozzi del montorese. Anche la recente ipotesi di un acquedotto emergenziale di integrazione destinato a servire solo i comuni di Montoro e Solofra non è stata presa in alcuna considerazione”.

Contemporaneamente, il delegato all’ambiente del Comune di Montoro, l’arch. Michele Capuano, nel corso di un convegno promosso dal Movimento 5 Stelle a Torchiati di Montoro, sempre nel marzo 2015, ha dichiarato “Dalla Regione abbiamo avuto la notizia che mancano i fondi che servirebbero a realizzare l’acquedotto di surrogazione a vantaggio dei comuni di Montoro e Solofra”Dunque, tirando le somme, ad oggi, quello che si evince è che: Alto Calore ci dice che i pozzi che si usavano in tempi di magra sono chiusi; Aato Calore Irpino ci dice che resta senza attuazione il piano Mise (messa in sicurezza di emergenza); Il Comune di Montoro ci dice che il piano non si può attuare per mancanza di fondi. 

Non vogliamo pensare che queste notizie, che noi siamo riusciti ad avere semplicemente attraverso un’approfondita ricerca in rete, non siano note al Sindaco di San Giorgio del Sannio e alla rappresentante sangiorgese nel CdA di Alto Calore Servizi, dottoressa Chiavelli!

Dall’esito della vicenda, comunque, pare evidente e chiaro a tutti che l’aspetto tecnico sia del tutto secondario rispetto alla volontà politica di risolvere la questione.

Ci chiediamo, infatti, perché, i Comuni soci di Alto Calore Servizi ed in particolare San Giorgio del Sannio, nonostante l’enorme potere di “contrattazione” all’interno di Alto Calore Servizi, abbia ritenuto di non intervenire presso la Regione Campania per sollecitare l’intercettazione dei fondi necessari alla realizzazione del Mise?

Del resto è proprio l’Alto Calore che individua la chiusura dei due serbatoi in questione come una delle cause della ridotta portata e delle sospensioni idriche diurne.

E poi, non è forse il Presidente della Regione De Luca un eminente esponente del partito del Sindaco nonché Presidente della Provincia? Di cosa avranno parlato Ricci e De Luca a luglio nell’incontro con tutti i presidenti di provincia campani, delle vacanze?

Francamente, siamo sempre più convinti, e lo sosteniamo da sempre, che sia necessario cambiare il paradigma di gestione della cosa pubblica e dei beni comuni, in particolare dell’acqua che è un diritto imprescindibile dell’uomo.

Se non ci sono, e pare proprio che non ci siano, amministratori che fanno realmente e concretamente gli interessi della propria comunità, è opportuno che questi amministratori facciano l’unica manovra proponibile: alzarsi e andarsene.

redazione