Truffa aggravata, autoriciclaggio e reati fiscali: sono le accuse contestate, a vario titolo, a quattro persone destinatarie di altrettante misure cautelari nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla Procura di Salerno.
Ai domiciliari sono finiti i rappresentanti legali e l'amministratore di fatto di due società operanti nel settore dell'energia. Per una socia, invece, è scattata la misura interdittiva a contrarre con la pubblica amministrazione.
Nella stessa operazione sono stati sequestrati beni per oltre 10 milioni di euro. Le indagini, eseguite dalle fiamme gialle della tenenza di Battipaglia, hanno portato alla contestazione di una ingente frode ai danni dello Stato attraverso i cosiddetti "certificati bianchi" (Tee - titoli di efficienza energetica). La misura (valida dal 2005) promuove le aziende distributrici di gas ed elettricità con più di 50mila clienti, che ogni anno devono raggiungere determinati obiettivi di risparmio energetico.
I "certificati bianchi" consentono, se usati correttamente, di ridurre l'impatto ambientale in cambio di un controvalore che il Gestore dei servizi energetici riconosce alle imprese. I titoli, infatti, sono poi liberamente scambiabili fino ad ottenere un contributo in denaro.
Secondo l'accusa, gli indagati avrebbero messo in campo un articolato sistema di frode: due società con sede a Campagna avrebbero infatti attestato falsa documentazione tecnico-amministrativa, millantando la realizzazione di interventi di risparmio energetico per oltre 150 milioni di euro.
Sulla base di questi titoli ritenuti fasulli dagli investigatori, sarebbero stati incassati "certificati bianchi" per circa 7,3 milioni di euro. Le somme illecitamente percepite, così come ricostruito dai finanzieri, sarebbero poi state in parte autoriciclate in società terze, oltre che per l'acquisto di immobili.