"I contagi sono in crescita eppure non vedo segnali di allarme eccessivo. Ora il virus e' piu' contagioso, ma meno aggressivo, i ricoveri in ospedale non salgono in proporzione ai casi di infezione. Attenti si', non preoccupati". Lo spiega l'immunologo dell'Universita' Statale di Milano, Sergio Abrignani, in un'intervista al Corriere della Sera. La nuova variante del Covid "ha a disposizione un bacino di persone suscettibili piu' ampio grazie alla capacita' di aggirare le difese del sistema immunitario eretto dalla vaccinazione o da precedenti infezioni naturali - prosegue - Il 40% dei vaccinati si puo' infettare e il 7% per la seconda volta, il doppio rispetto alle altre varianti". In tutta Europa le misure di contenimento sono state quasi completamente eliminate, l'Italia le ha mantenute piu' a lungo "e non sarebbe stato accettabile dal punto di vista sociale prorogarle perche' la vita normale deve riprendere - aggiunge - Non penso che torneremo indietro ripristinandole. Anche perche' c'e' la prospettiva concreta di avere un vaccino aggiornato in autunno, disegnato sulla variante Omicron, quindi piu' efficace rispetto a quello basato sul virus originario, di inizio pandemia. I dati preliminari gia' pubblici sono molto promettenti". C'e' chi ipotizza di rinunciare anche all'isolamento dei positivi. "Abolire l'obbligo di isolamento significherebbe accettare un rapporto di convivenza totale col virus, rinunciare a contenerlo del tutto, mettendo in conto di perdere piu' persone - conclude l'immunologo - Si pensi che tra il 15 maggio e meta' giugno abbiamo avuto circa 2.000 morti da Covid, la meta' pero' del mese precedente. E' plausibile che se non ci fosse stato l'obbligo d'isolamento per i positivi avremmo pianto piu' morti, ma sarebbe come accettare il rischio di sostenere una forma di influenza grave"