Nei primi due Mondiali disputati, Vincenzo Boni aveva raccolto sei medaglie: quattro di bronzo e due d’argento. Poi a Londra 2019, dove fu nominato portabandiera della squadra azzurra, non riuscì a regalarsi grosse gioie ma solo piazzamenti. Proprio come accaduto alle Pralimpiadi di Tokyo. Buone gare dove è mancato l’acuto. Colpa anche di una classificazione penalizzate, ma per un ragazzo che ha iniziato tardi a gareggiare ed è riuscito subito ad imporsi, è stata comunque molto dura restare fuori dal podio.
La concorrenza nella categoria S3 è diventata altissima. Ogni gara una battaglia e così è stato anche a Funchal, sull’isola di Madeira, una delle patrie del nuoto paralimpico. Il nuotatore che difende i colori del Caravaggio Sporting Village di Napoli e delle Fiamme Oro ha raccolto un quarto e un quinto posto nei 50 dorso e nei 50 stile libero. Però aveva in testa i 200 dove si è creata l’occasione per piazzare la stoccata. Nello sport, soprattutto in quelli dove il cronometro emette giudizi inappellabili, le opportunità vanno colte. Vincenzo Boni a Funchal l’ha fatto. Ha nuotato i 200 stile libero con testa a cuore. Vedeva davanti il messicano Jesus Hernandez Hernandez, che alla fine ha vinto la medaglia d’oro, e il suo storico rivale Denys Ostapchenko, e forse in lui c’era la voglia di provare a prenderli, di dare di più, di rischiare addirittura di saltare, ma in questo momento gli altri hanno dimostrato di avere una marcia in più.
Il 3’34’’16 è un crono più alto rispetto al 3’32’’40 nuotato a Tokyo ma vale sicuramente di più. In competizioni come i Mondiali contano solo le medaglie e quella vinta a Funchal per Boni è la numero sette, che insieme alle dodici vinte agli Europei e al bronzo delle Paralimpiadi di Tokyo 2016, rende ancora più esaltante il suo palmares.
Dietro medaglie e piazzamenti c’è sempre un duro lavoro non solo da parte dell’atleta ma di tutto lo staff che lo segue. Boni con Alessio Sigillo e tutti gli altri componenti ha fatto ottime cose. A 34 anni non è facile restare ad alti livelli con gli impegni lavorativi e tutte le difficoltà che si affrontano durante il giorno. Lui ci è riuscito e ora è inevitabile guardare in avanti, chiudere gli occhi e sognare. Tra due anni c’è un altro meraviglioso appuntamento non troppo lontano da casa. La Paralimpiade di Parigi 2024 potrebbe essere la chiusura di un meraviglioso percorso fatto di tanti successi, piazzamenti, bocconi amari ma soprattutto un insegnamento importante: quello di lottare sempre per i propri obiettivi.