Chiesta l’assoluzione, questa mattina, dal pubblico ministero Luigi Iglio per Francesco Vietri, accusato del reato di calunnia per aver riferito, dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Avellino – e durante l’esame dell'imputato – che il movente dell’omicidio di Michele Tornatore, per il quale è stato condannato all’ergastolo in primo grado e poi assolto in Appello, “potrebbe essere riconducibile all’esposizione debitoria che il Tornatore aveva nei confronti di Rocco Ravallese”.
Vietri, infatti, riferì allora: “molto probabilmente il bossolo rinvenuto nel capannone di mia proprietà dalla polizia giudiziaria, era stato posizionato lì proprio da Ravallese quando mi chiese il piacere di custodire la macchina di Tornatore, per costruire prove a mio carico”.
Michele Tornatore fu assassinato nell’aprile del 2017. Il corpo fu ritrovato carbonizzato all’interno dell’abitacolo di un’auto a noleggio, in località Serre, tra Contrada e Montoro.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, confermate poi dall’autopsia sui resti del corpo, l’uomo fu dapprima raggiunto da due colpi di pistola, uno alla testa e uno al torace, poi fu appiccato il fuoco.
Attualmente Francesco Vietri sta scontando 14 anni in detenzione domiciliare per favoreggiamento, distruzione di cadavere e incendio,
Per lui, il suo legale Anna Caserta, ha scelto di ricorrere al rito abbreviato per questo procedimento. Si dovrà attendere, quindi, il prossimo 26 ottobre per la discussione della difesa e la sentenza del gup Marcello Rotondi. Lo stesso vale anche per due testimoni – Adelmo Troise e Tiziana Giaquinto – accusanti entrambi di false dichiarazioni al pm. Abbreviato anche per Troise, mentre per Giaquinto si deciderà sul rinvio a giudizio.