"I professionisti dei buchi continuano a dire bugie. Le loro affermazioni sono di facile smentita: con un'operazione di tarocco della delibera di giunta, accanto all'ammontare dei residui attivi, pari a 6,6 milioni, hanno omesso di riportare la seguente dicitura: “cancellati perché non correlati ad alcuna obbligazione giuridica”. Basta collegarsi al sito del comune di Montesarchio e cercare la delibera di giunta 82 del maggio 2015 per avere la prova di tanta vigliaccheria". Non tarda ad arrivare la secca replica del sindaco Franco Damiano e della sua giunta dopo le accuse mosse dalla minoranza. "Si tratta dei famosi crediti inesistenti che hanno consentito in passato di spendere fondi comunali per favorire pochi furbetti e che non potevano essere spesi perché le coperture finanziarie erano fasulle. Quei soldi oggi il comune li paga 2 volte perché non c'è possibilità di recuperare crediti che sono stati dichiarati inesistenti e perché la legge punisce questa riprovevole condotta imponendo di accantonare una cospicua somma per 30 anni che , di fatto, viene sottratta ai servizi in favore dei cittadini", è la presa di posizione degli amministratori di Palazzo San Francesco.
"Da veri specialisti del falso hanno tentato di ingannare la città, confondendo il concetto dei crediti inesistenti con quello dei crediti di dubbia esigibilità, rispetto ai quali è la stessa legge, e ci mancherebbe altro, ad affermare che l'azione di recupero del Comune non può fermarsi.
Considerato che sono dei veri maghi della contabilità pubblica, siamo ben disposti a farci spiegare come si possono recuperare dei crediti che i responsabili di settore hanno dichiarato inesistenti". Per poi chiedersi, ironicamente: "A chi li dovremmo chiedere? Al fantasma formaggino? Stranamente non hanno risposto all'invito di visionare le schede dei residui attivi cancellati: evidentemente la vergogna sarebbe stata troppa. Provvederemo noi alla loro pubblicazione. Ai concittadini ricordiamo, giusto per fare qualche esempio, che i firmatari del manifesto oggi apparso sulle mura cittadine sono gli stessi che hanno prodotto il buco sulla tassa dell’immondizia (altri 450 mila) gli stessi che hanno prodotto il buco nel Pip (un altro milione di euro) facendosi anticipare soldi dagli imprenditori senza avere i lotti di terreno disponibile", concludono gli amministratori caudini. Il braccio di ferro, insomma, continua.
GbL