I leader di Italia, Francia e Germania a Kiev per ribadire l'impegno europeo. La visita nella capitale ucraina del premier italiano Mario Draghi, del presidente francese Emmanuel Macron e del cancelliere tedesco Olaf Scholz conferma l'unità europea sulla questione ucraina, anche alla luce della richiesta di adesione del paese all'Ue per la quale Kiev attende a breve una risposta sullo status di candidato. Una visita che rappresenta certamente un'importante opportunità per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che negli ultimi giorni ha ribadito più volte all'Occidente la richiesta di ulteriori aiuti militari. Proprio per l'esigenza di supporto al suo paese, il leader ucraino continua a muoversi sul fronte internazionale. Nelle scorse ore, tra l'altro, Zelensky ha avuto anche un colloquio con il presidente statunitense, Joe Biden. "Il sostegno alla sicurezza degli Stati Uniti non ha precedenti", ha detto Zelensky, secondo quanto reso noto dalla presidenza ucraina.
"Ci avvicina a una vittoria comune sull'aggressore russo", ha aggiunto. "Ho riconfermato - ha scritto Biden in un tweet - il nostro impegno a restare al fianco dell'Ucraina e ho condiviso che gli Stati Uniti stanno fornendo oltre 1,2 miliardi di dollari in ulteriore sicurezza e assistenza umanitaria". Nel frattempo continua l'offensiva nel Donbass e non solo. Il conflitto è al giorno numero 113. Stanotte un attacco aereo avrebbe colpito un sobborgo della città di Sumy, nel nord del paese, uccidendo quattro persone e ferendone sei, secondo quanto riporta il Guardian che cita il governatore regionale Dmytro Zhyvytskyi. Per lo Stato maggiore della difesa ucraina, nella direzione di Severodonetsk, continuano gli attacchi sulle unità delle truppe di Kiev nelle aree degli insediamenti di Bilohorivka, Lysychansk, Severodonetsk. "Il nemico - si legge ancora nell'ultimo aggiornamento - non smette di cercare di stabilire il pieno controllo sulla città di Severodonetsk. Guida l'assalto, i combattimenti continuano".
Ieri Mosca aveva annunciato l'apertura di un corridoio umanitario per i civili rifugiati nell'impianto chimico Azot della città del Lugansk. Il tentativo di evacuarli, però, sarebbe fallito. "Nonostante le misure senza precedenti adottate dalla Federazione Russa, le autorità di Kiev hanno cinicamente interrotto l'operazione umanitaria", ha scritto il Ministero della Difesa russo su Telegram. Intanto i dati sulle vittime tra i bambini sono drammatici e il bilancio si aggrava quotidianamente: secondo l'ufficio del procuratore generale dell'Ucraina, dall'inizio del conflitto 318 bambini sono morti e almeno 581 sono rimasti feriti (ieri si contavano 313 morti e 579 feriti). (Italpress)