Niente udienze penali, oggi, per l'astensione proclamata dalla Camera penale e dall'Ordine degli avvocati di Benevento dopo lo scontro in aula tra il giudice Loredana Camerlengo e l'avvocato Angelo Leone. Un caso che ha tenuto banco per giorni, al centro di un'assemblea degli iscritti all'Ordine forense, sul quale erano intervenuti, con toni diversi, il presidente della Sezione penale Sergio Pezza, il presidente del Tribunale Marilisa Rinaldi e il presidente della sezione dell'Anm Assunta Tillo.
La protesta odierna impedirà alla Camera penale sannita, per il rispetto dei tempi previsti dal Codice di autoregolamentazione, di partecipare all'astensione nazionale indetta per il 27 ed il 28 giugno dall'Unione delle Camere penali italiane per denunciare “la compromissione del diritto dell’imputato a essere giudicato dal medesimo giudice che ha raccolto la prova in dibattimento: un accadimento processuale che ormai si verifica quotidianamente nelle aule di udienza, quale effetto devastante di regressive interpretazioni della disciplina processuale, che consentono di omettere la rinnovazione della prova in caso di mutamento del giudice”.
Secondo i penalisti, “ogni giorno continua a verificarsi nelle nostre aule di giustizia il fenomeno determinato dalla regola stabilita dalla Suprema Corte di Cassazione con la nota sentenza Bajrami (Sez. Un. 41736/2019), in base alla quale è possibile per il nuovo giudice non procedere alla rinnovazione dell’acquisizione della prova, limitando tali ipotesi al solo caso che la parte abbia indicato il teste nella sua lista o intenda indicarlo in una nuova lista testi, a condizione che siano diverse le circostanze rispetto a quelle oggetto della prima testimonianza”.
La conseguenza “sono le devastanti prassi in atto per le quali con inquietante frequenza mutano le composizioni dei collegi e dei tribunali monocratici, di fatto così bilanciando principi costituzionali con esigenze organizzative, trasferimenti a richiesta dei singoli magistrati, esigenze private degli stessi giudici. È così vanificato un diritto dell’imputato fondamentale nell’architettura del giusto processo, ovvero il diritto ad essere giudicato dallo stesso giudice che ha raccolto la prova, in ossequio agli irrinunciabili principi di oralità e immediatezza”.
Da qui la decisione di bloccare l'attività il 27 e 28 giugno, esclusi i circondari di Benevento e Napoli Nord, interessati, rispettivamente, dalle astensioni del 15 giugno e del 6 luglio.