Pratola Serra

Rinviati a giudizio per la turbata libertà degli incanti, prosciolti per l’abuso d’ufficio e il peculato. È questa la decisione del gup Fabrizio Ciccone in merito alla questione della scuola modulare nel comune di Pratola Serra. I reati contestati erano abuso in atti di ufficio, turbata libertà degli incanti e in alcuni casi veniva contestata anche l’ipotesi di falso e peculato.

Tutti gli avvocati difensori, tra cui Alberico Villani, Raffaele Petrillo, Raffaele Tecce, Sergio Rando, Teodoro Reppucci, Marino Capone e Sabrina Mautone hanno discusso le posizioni dei propri assistiti. In particolare, sono stati rimessi al pm gli atti riguardando il capo K, abuso d’ufficio. Il gup, infatti, ha evidenziato che la delibera del 23 febbraio 2017 n. 18, che veniva contestata dal pm Vincenzo Toscano, non risulta essere mai stata adottata dall’amministrazione comunale.

Accolta anche la linea difensiva degli avvocati, riguardo le posizioni di Marianna Galdo, Mariangela Izzo e Antonello Pesa, per i quali cadono le accuse di peculato.

La vicenda è venuta fuori a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e la scuola modulare era al centro della relazione dell'antimafia. Secondo gli inquirenti, infatti, l’affidamento dei lavori non sarebbe stato solo anomalo, ma addirittura illegittimo. In più, vengono contestate anche delle fatture per dei lavori effettuati alla struttura che andrebbero in contrasto con quanto stipulato nel contratto con l’impresa che si aggiudicò l’appalto.

Tra i 19 imputati ci sono gli ex sindaci, i fratelli Emanuele e Antonio Aufiero, la segretaria comunale, il dirigente Utc, e gli imprenditori che si erano aggiudicati i lavori. Tra gli amministratori comunali finiti sotto inchiesta assessori e consiglieri che si sono succeduti nelle ultime due amministrazioni e che ora si dovranno difendere nel processo, che iniziera il due marzo prossimo dinanzi al Tribunale di Avellino in composizione collegiale, presieduto dal giudice Roberto Melone.