(f.s.) Previsioni sul prossimo campionato di B? Per carità. Dopo quello che è accaduto quest'anno, l'ultima cosa che viene da fare è perdersi in qualche pronostico. Le grandi manovre sono già iniziate ma non c'è ancora nulla di scontato. Del resto il mercato è ancora lontano dall'essere aperto e c'è spazio in questo momento solo per le chiacchiere.
I “luoghi comuni” si sono sprecati e andranno avanti ancora per molto. Una serie B con società del calibro di Cagliari, Genoa, Parma, Bari, Venezia, Brescia, Pisa farebbe tremare le vene ai polsi di chiunque. Ma neanche è il caso di soffemarsi sul blasone di queste società, perchè poi a vincere non sarà quello, ma l'organizzazione e l'abilità a comporre delle squadre competitive.
Intanto sarà difficile puntare sulla continuità. In quasi tutte queste squadre che hanno ambizioni da vendere sarà più o meno rifondazione. Poche ripartiranno da quello che hanno fatto in questa stagione e non sempre ricominciare tutto d'accapo sarà un vantaggio. Prendiamo il Pisa, che ha sbalordito tutti ed è andato a tanto così dalla promozione in A: rischia ancora di perdere D'Angelo, il timoniere della grande avventura, non sa se terrà i talenti arrivati in prestito Torregrossa, Puscas, Benali, Beruatto, è assediato da tante squadre di A che vogliono Birindelli, vorrebbe cedere Cohen e Lucca che hanno un costo di gestione troppo alto. L'impressione è che il diesse Chiellini avrà molto da lavorare per mettere su un altro miracolo calcistico. Quasi tutti cambiano guida tecnica: il Cagliari, che deve anche liberarsi di ingaggi troppo elevati (nonostante un ricco paracadute), il Brescia che va dietro alle altalene di Cellino, il Parma che ha scelto Pecchia e proverà a copiare il modello Cremonese, il Venezia che si è affidato al nocchiero del Sudtirol, Iavorcic, allenatore di cui da tempo si dice un gran bene, ma che rimane un esordiente in B.
Allora, più che alle retrocesse dalla A che porteranno con sé tutti i tormenti che vengono da una caduta dall'Olimpo, attenti alle neo promosse. Il Bari, che ha conferrmato Michele Mignani in panchina e che almeno per un altro anno potrà avvalersi di una proprietà forte come quella di De Laurentiis. Il Modena di Tesser, il Sudtirol, che per la verità ha già pressochè perso il timoniere della cavalcata in B, Iavorcic, ma che ha una bella struttura di squadra.
Poi ci sono le cosiddette out sider di quest'anno, che sempre out sider rimangono. L'Ascoli del “pirotecnico” Pulcinelli, che dopo averlo tanto criticato ora vorrebbe portare nelle Marche Pippo Inzaghi, il Perugia, che ha lanciato un altro allenatore in serie A, Alvini, e dovrebbe affidarsi a Castori (idee contrapposte, in vero), la Ternana che ha scoperto di avere già una squadra che può puntare in alto e gli servono solo pochi ritocchi (lampadina accesa sugli umbri...). Ce ne siamo probabilmente dimenticati qualcuna, certo è che almeno un terzo delle squadre ai nastri di partenza avranno tanti grilli per la testa. Ma inevitabilmente ci sarà una buona parte di esse che topperà le ambizioni e dovrà lottare per la salvezza. E' il destino dei numeri. Si riparte da una frase abusata nel campionato appena concluso: l'unica certezza è che non ci sono certezze.