In piena pandemia, nel dicembre del 2020 la Regione Campania aveva chiuso le scuole e disposto la dad, ma alcune associazioni di genitori si erano opposti impugnando davanti al Tar le ordinanze firmate dal presidente Vincenzo De Luca. Il tribunale amministrativo dopo circa un anno nel novembre 2021 aveva dato ragione ai genitori. Ma oggi il Consiglio di Stato, ha riformato quella sentenza. In base a quella pronuncia molte famiglie si erano dichiarate anche pronte a chiedere risarcimenti alla Regione. Ma secondo i giudici del massimo organo di tutela, le ordinanze del governatore campano non hanno compromesso il diritto allo studio

"E' stata prevista una modalità alternativa", scrivono i giudici della Terza Sezione del Consiglio di Stato, "che meglio si conciliasse con la gravissima crisi pandemica mondiale in una ottica di equilibrata ponderazione di contrapposti interessi, a salvaguardia del primario valore della salute dell'intera popolazione regionale".

In sostanza i giudici hanno contestualizzato i provvedimenti, riferendosi a un periodo in cui anche la conoscenza del virus era "scarsa". "Nel decidere la momentanea chiusura delle scuole e la didattica a distanza - si legge nella sentenza - il presidente della Regione Campania ha considerato non solo la gravità della epidemia in atto, ma anche l'intero contesto, e quindi l'utilizzo dei mezzi di trasporto, l'affollamento per le vie dei ragazzi che si recano a scuola, la situazione dei locali, degli edifici scolastici, se consentivano o meno il distanziamento". Vengono quindi recepiti i rischi "non conosciuti, nè prevedibili" alla base dei provvedimenti adottati.

“Questa sentenza è una buona notizia, mi avevano chiesto anche un risarcimento" ha commentato Vincenzo De Luca che poi ha sottolineato: "Con le nostre ordinanze ci siamo assunti la responsabilità perchè su certe situazioni o facciamo le cose comode o facciamo cose che ci pare giusto fare. Poi si può ragionare su opinioni diverse, ma muoviamoci su quello che riteniamo giusto per evitare che la società vada a rotoli".

L'Associazione Scuole Aperte però in una nota precisa che “tale sentenza non è relativa ai ricorsi che l’Associazione aveva ostenuto nel gennaio 2021. Per questi ricorsi, sospesi e vinti nel merito, ora appellati dalla Regione Campania, si attende ancora  la pronuncia del Consiglio di Stato”.