Venerdì mattina. La sveglia, quella che non trilla, suona sempre alla stessa ora. Sono abituato ad alzarmi presto, non mi pesa. Ho un appuntamento, devo sottopormi ad un prelievo del sangue al San Pio. Esco alle 6.25, mi infilo in macchina e raggiungo l'ospedale.
Fino a qualche tempo fa era possibile prenotare, scegliendo la data ed evitando lunghe attese. Ad esempio: quarto il 10 novembre o primo il 12 dello stesso mese? La seconda, ovviamente. Adesso no. Adesso bisogna prendere un numerino che non viene erogato prima delle 8 da un apparecchio installato nel salone del Cup. Ecco spiegata la fretta, non vorrei aspettare tanto. Anticiparsi significa, dunque, assicurarsi un ingresso più o meno rapido.
L'orologio segna le 6.35, gli addetti alle pulizie non sono soli. Scopro infatti, con mia somma sorpresa, che qualcuno ha avuto la mia stessa idea e mi ha bruciato sul tempo. Mi accorgo che sta dividendo due fogli di carta in piccoli quadrati sui quali, dopo avermi chiesto una penna, definisce l'ordine di arrivo. Lui è 1, io 2.
Il rudimentale ma funzionale elenco, che serve ad impedire l'inevitabile ressa, prosegue: 2,4,5, 10, 15 e via dicendo. Ogni talloncino, accompagnato dalla relativa spiegazione, viene consegnato a chi sopraggiunge. Tutti sono seduti, indossano le mascherine e sono armati di una infinita pazienza.
Ecco l'ora x, manca un quarto d'ora alle 8 quando una infermiera riempie con i numeri 'veri' la macchinetta che li distribuisce. L'assalto per accaparrarsene uno viene rintuzzato dall'intelligente sistema messo a punto dall'utente n.1. E' lui a disciplinare la fila, che ricalca perfettamente lo scaglionamento degli arrivi in ospedale fissato con la sua numerazione.
Tutto sembra filare via liscio, nessuna meraviglia di fronte alla reazione, immediatamente abortita, del solito tizio che, dopo essersela presa comoda, ha qualcosa da recriminare. Bastano gli sguardi degli altri per zittirlo.
Iniziano, grazie al cielo, i prelievi, e per fortuna sia io, sia il numero 1 abbiamo già autorizzato in precedenza la prescrizione e pagato il ticket. Non l'avessimo fatto, saremmo stati costretti prima ad un'altra fila agli sportelli del Cup, che aprono alle 8 (fino a qualche tempo fa alle 7.30), nello stesso momento in cui si spalanca la sala prelievi. Entrambi abbiamo capito che dobbiamo lavorare sull'ubiquità per far fronte ad una simile situazione. Vabbè, sarà per la prossima volta.
Meglio scherzare, anche se suscita amarezza il meccanismo con il quale devono fare i conti i pazienti. Nel frattempo: viva Benevento.